«Centinaia di famiglie calabresi rischiano di perdere tutele, stabilità e futuro. Le istituzioni non possono rimanere in silenzio: è necessaria subito una mobilitazione forte e consapevole». È quanto afferma il consigliere regionale Enzo Bruno (Tridico Presidente), annunciando la presentazione di un’interrogazione urgente indirizzata al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e all’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, sulla vertenza di Telecontact Center, che riguarda 432 lavoratrici e lavoratori impiegati nella sede di Catanzaro, la più grande d’Italia.

Il gruppo Tim ha infatti avviato la procedura di cessione dell’intero ramo d’azienda di Telecontact Center S.p.A. alla nuova società Dna S.r.l., controllata da Gruppo Distribuzione S.p.A.: un’operazione che – se confermata – determinerebbe il passaggio di tutto il personale, con conseguente uscita dal perimetro industriale e contrattuale di Tim.

Bruno, nella sua interrogazione, sottolinea come Telecontact Center rappresenti da anni un presidio strategico per il lavoro in Calabria, soprattutto per l’occupazione femminile: oltre l’80% del personale è costituito da donne, con contratti a tempo indeterminato e con alta specializzazione nei servizi di assistenza clienti, supporto tecnico e customer care per enti pubblici e grandi aziende private.

«Non parliamo di precari o lavoratori stagionali – evidenzia Bruno – ma di professioniste e professionisti che da anni garantiscono servizi di qualità, competenze digitali e valore aggiunto per il gruppo Tim e per l’intero sistema produttivo calabrese. Mettere a rischio questa realtà significa colpire il cuore della stabilità economica di Catanzaro e della regione».

Il consigliere denuncia inoltre come la cessione del ramo d’azienda comporti seri rischi per la tenuta occupazionale e per la salvaguardia dei diritti contrattuali e previdenziali, in assenza di un chiaro piano industriale e di garanzie concrete da parte della nuova società acquirente. «Siamo di fronte – aggiunge Bruno – a un’operazione che potrebbe aprire la strada a una nuova ondata di precarizzazione. Non si può scaricare sui lavoratori il prezzo di scelte aziendali calate dall’alto e motivate solo da logiche di bilancio».

Bruno chiede quindi alla Regione Calabria di attivare immediatamente un tavolo di crisi regionale con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, della proprietà aziendale e delle istituzioni locali, e di sollecitare un intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per verificare la legittimità e gli effetti della cessione.

«È indispensabile – prosegue – che la Regione si faccia parte attiva e garantisca piena trasparenza. Non possiamo assistere passivamente alla svendita di 432 posti di lavoro che rappresentano un patrimonio di competenze e professionalità costruito in decenni di attività. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare chi lavora, non di lasciare che l’ennesima vicenda industriale si chiuda con l’ennesimo impoverimento del territorio».

Nei prossimi giorni le sigle sindacali di categoria hanno annunciato l’organizzazione di un presidio a Catanzaro, al quale Enzo Bruno ha già dato la propria adesione. «Sarò al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Telecontact – conclude – perché difendere questa battaglia significa difendere la dignità del lavoro in Calabria. È il momento della responsabilità: la Regione e il Governo devono ascoltare la voce di chi ogni giorno costruisce, con professionalità e sacrificio, il futuro di questa terra».