Coronavirus Calabria: viaggi annullati e aziende di trasporto al collasso

VIDEO | Bus deserti e gite annullate. Gli effetti del virus Covid 19 sull'economia calabrese iniziano a farsi sentire. Parla un imprenditore: «Si adottino interventi che sollevino dalle scadenze fiscali e bancarie». A rischio circa 200 lavoratori

27 febbraio 2020
06:52

L'impatto del coronavirus sull’economia in Calabria inizia ad essere notevole.

In assenza di cure specifiche, l’unico modo per contenere la diffusione del virus, consiste nel limitare gli spostamenti e nell’isolare i focolai. A pagarne le conseguenze, tra gli altri, sono gli autonoleggiatori che continuano a vedere i loro bus deserti da troppi giorni. Gite scolastiche cancellate, eventi e fiere annullate, partite di calcio disputate a porte chiuse: è tutto fermo.


La psicosi dettata dalla paura del contagio ha colpito duramente un'economia che già annaspava.

 

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Aziende in crisi

«Siamo al tracollo: prenotazioni cancellate, stipendi da pagare, rate dei mutui e del leasing dei mezzi che incombono». Così il responsabile della "Chiappetta Turismo Srl", Vittorio Chiappetta, sintetizza la condizione critica che da giorni sta condividendo con una quarantina di aziende di autonoleggio del Cosentino. Aziende private, senza nessuna convenzione regionale, al collasso per le disposizioni emanate dal governo per contrastare il Coronavirus.

«Questo periodo dell'anno -sottolinea Chiappetta-è fondamentale per il nostro comparto, i nostri mezzi sono impegnati nelle gite scolastiche e in quelle organizzate da gruppi vari. Da un giorno all’altro ci siamo trovati ad avere l’agenda vuota, con cancellazioni complete fino a maggio».

 

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A rischio 200 lavoratori

Chiappetta ha raccolto la preoccupazione delle diverse aziende del settore e se ne fa portavoce.  Realtà che non hanno altro introito se non il noleggio dei bus per viaggi organizzati (non occupandosi del trasporto di linea). I dipendenti a rischio sono circa 200. 

«Rivolgiamo un appello alla Regione affinché offra una qualche forma di sostegno. Non vogliamo soldi-sottolinea l'imprenditore-ma che si studino interventi straordinari e temporanei che sollevino dalle scadenze fiscali e bancarie.

Di questo passo, le conseguenze della paura di contrarre il virus, saranno di gran lunga più deleterie del virus stesso».

 

Francesca Lagoteta

 

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