«La Corte dei conti non ha certificato alcun trionfo per la Regione Calabria governata dal centrodestra. La magistratura contabile ha invece parificato il Rendiconto regionale 2024 con gravi eccezioni, cancellando residui attivi per oltre 5 milioni perché inesigibili e non parificando 4,47 milioni nel perimetro sanitario da coprire con risorse correnti». Così il Pd calabrese replica al presidente della Regione Calabria, a proposito del recente giudizio contabile della Corte dei conti.

«I conti non sono affatto miracolosi. Ci troviamo invece davanti – accusa il Pd – all’ennesima narrazione autocelebrativa del presidente Occhiuto. I fatti emersi nel giudizio in questione dicono che la sanità è ancora in sofferenza ed è un bancomat, anche perché la mobilità passiva è schizzata a 308 milioni, con un aumento di 21 punti percentuali e un esborso enorme per le famiglie calabresi costrette a spostarsi».

Ancora, i dem ricordano che «la Corte dei conti ha certificato che esistono tempi lenti sul Pnrr e sui fondi europei, come pure che un “sottogoverno” di enti e società pesa per circa 500 milioni sui conti regionali e comporta frizioni e ritardi. Questi rilievi sbugiardano le dirette social del Palazzo».

«La Corte – osservano i dem – è stata radiografica: spesa comunitaria lenta, progetti vaghi, 22 interventi del vecchio ciclo ancora da chiudere e trascinati nel nuovo. Inoltre, la stessa edilizia sanitaria accumula ritardi, con gli ospedali di Vibo, Piana e Sibari che slittano fino al 2026-2031».

Infine, il Partito Democratico lancia un appello alla chiarezza: «Ai cittadini va detta la verità: c’è un equilibrio solo in virtù di particolari aggiustamenti contabili e con precise eccezioni. Il governo regionale la smetta di raccontare favole e presenti un piano credibile su tre punti: riduzione immediata della mobilità passiva con obiettivi trimestrali verificabili; accelerazione della spesa su fondi Ue e su Pnrr, con task force e cronoprogrammi pubblici; razionalizzazione degli enti strumentali con tagli ai costi, a partire da Calabria Film Commission, e indicazione delle responsabilità».

«È finito il tempo delle bugie», conclude la nota del Pd.