Si scommette sulle enormi potenzialità di una terra meravigliosa, unica per le sue millenarie radici storico-culturali, ma ancora emarginata
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C’è una Calabria tenace e generosa che produce, rischia, lancia nuovi prodotti, sfida i mercati presidiati da tante aziende forti, nazionali ed estere. In testa e nel cuore, però, ci sono sempre le radici, le origini, l’identità del territorio. Potrebbe sembrare un luogo comune ma non lo è, perché lavorare in Calabria non è certo semplice e la determinazione origina propria dai legami indissolubili e irrinunciabili con i luoghi natii.

Bruno Autelitano, l’imprenditore bovese conosciuto per il Bergotto e l’amaro Kaciuto, lancia una nuova sfida: la Cala Cola, prodotto Made in Calabria senza se e senza ma. Bruno è giovanissimo e guida da alcuni anni La Spina Santa, azienda specializzata nella filiera del Bergamotto di Reggio Calabria.
«Il Bergotto rappresenta, proprio sul piano della lunga storia agroalimentare della Calabria – spiega Autelitano – la prima e originale bibita gassata al Bergamotto con il venti percento di succo, più di quanto non prevedano le norme nate per aumentare la quantità di frutta in questo genere di prodotti. Motivo d’orgoglio è anche l’amaro Kaciuto, un successo crescente, nato da una primordiale ricetta sperimentata dal mio omonimo nonno, allevatore e produttore di latte nell’Area Grecanica. Lunghe giornate trascorse nella macchia mediterranea con le sue vacche gli fecero intuire il valore di tante essenze, di aromi inimitabili».
La Cala Cola, distribuita in lattina, richiama anch’essa fortemente quella “calabresità” che è il tratto distintivo de La Spina Santa. Un senso di appartenenza solido e radicato, una vocazione identitaria che parte dalle colline di Bova protette dall’Aspromonte, si estende a uno dei tratti più belli del Mediterraneo (la costa del Basso Jonio reggino), guarda all’intera Calabria che per Bruno è la sfida da ingaggiare e vincere, combattendo giorno per giorno contro disagi, disfunzioni e ritardi che pur pesano su ogni progetto aziendale.
«Mio padre Nino ha insegnato a me e ai miei fratelli - spiega Bruno - il senso del dovere, la resistenza alla fatica, la determinazione del fare. Non è facile lavorare in una regione periferica e in un’area oggettivamente emarginata della stessa Calabria meridionale. Basterebbe pensare ai costi dei trasporti e alla logistica, alla carenza di infrastrutture primarie. Ma teniamo duro.
La Cala Cola è figlia di questa testardaggine, della voglia di proporre ai mercati specialità totalmente realizzate nella nostra terra, dell’idea di tenere a mente le nostre radici anche mentre sorseggiamo una bibita ghiacciata in spiaggia o mentre chiacchieriamo con amici e parenti. Una Calabria nel cuore – sottolinea Bruno – e nella mente, nei nostri programmi e nelle nostre speranze, che merita un futuro migliore, che non deve essere una terra dalla quale ci si allontana, dalla quale si scappa, ma che al contrario attira per le sue immense bellezze, i suoi stili di vita, il suo clima, le sue incomparabili radici storiche, culturali e identitarie».
La distribuzione di Cala Cola è iniziata a piccoli passi, con grande passione e dedizione. «Devo essere sincero, i primi riscontri sono molto positivi - sottolinea Bruno -. Spero che, come già accaduto con il Bergotto e il Kaciuto, la Cala Cola possa rivelarsi un altro obiettivo positivo targato Calabria e Area Grecanica».