Non solo trasferimenti verso altre regioni italiane. Come i flussi interni, quelli oltre frontiera in Calabria sono aumentati in maniera costante negli ultimi venti anni. Il tema costituisce oggi la seconda parte dell’analisi che abbiamo realizzato sullo spopolamento e sul futuro del Sud e della Calabria. Altrove è meglio.

Giovani e giovani adulti tra i 18 e i 40 anni, diplomati o laureati, in cerca di opportunità di studio e di lavoro. Un emigrante italiano su tre ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Un emigrante su 4, nella fascia 18-40 anni, non ha terminato la scuola dell’obbligo. Un espatriato su tre di età inferiore ai 34 anni è in possesso di una laurea. Questo l’identikit fatto dall’Istat nel suo Report Migrazioni 2025. Vi presentiamo la seconda parte dell’analisi che abbiamo realizzato sullo spopolamento e sul futuro del Sud e della Calabria. Oggi ci occupiamo del fenomeno dell’emigrazione verso l’estero.

L’aumento degli espatri è un fenomeno manifestatosi nel 2008 come effetto della crisi economica globale, è proseguita durante la pandemia da Covid-19, ha conosciuto un rallentamento nel biennio 2021-22, per poi riprendere nel 2023. L’emigrazione dal Nord è prevalentemente transfrontaliera. I giovani che abitano nelle regioni settentrionali trovano maggiore facilità a spostarsi nei Paesi vicini.

Il Sud, anche per l’emigrazione all’estero, è l’area da cui si parte di più. Con una ulteriore implicazione di mobilità verso altre destinazioni: nel breve e nel medio periodo più del 40% degli spostamenti dal Mezzogiorno verso altre direzioni italiane ha come conseguenza il trasferimento, in seconda battuta, dall’Italia all’estero. Questa tendenza conferma la volontà di chi lascia il luogo d’origine di trasferirsi in un contesto in cui trovare stabilità lavorativa e che possa diventare casa. Se la casa non si trova in Italia allora si opta per una seconda scelta fuori confine.

La perdita di popolazione giovanile è al momento senza soluzione di continuità. Nel panorama nazionale il trend negativo di Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Lazio è costante ed in costante aumento fin dal 2002. Le regioni del Sud con il maggior numero di partenze per l’estero tra il 2002 e il 2023 sono, nell’ordine, la Sicilia, la Campania e la Calabria. Le regioni del Mezzogiorno perdono 212mila under 40, il Nord-Ovest 208mila, il Nord-Est 168mila e le regioni del Centro Italia 108mila. 


Saldi migratori con l’estero - Regioni del Mezzogiorno

Sicilia -69.764

Campania -44.769

Calabria -32.946

Puglia -29.947

Abruzzo -9.885

Basilicata -4.836

Molise -3.054

(2002-2023 - fonte: Istat)

Le regioni italiane da cui si emigra di più sono la Lombardia -138.467, il Veneto -77.798 e il Piemonte -54.832. Un terzo degli espatriati dal Nord è nato all’estero. Il 30% è rappresentato da cittadini italiani nati in Brasile, il 18,5% in Argentina e il 5,5% in Marocco. Il Brasile è la meta preferita degli italiani nati all’estero (15mila), davanti al Regno Unito (11mila) e alla Spagna (9 mila). Campania, Sicilia, Puglia e Calabria sono nell’ordine le regioni italiane che tra il 2019 ed il 2024 perdono il maggior numero di laureati d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, perché emigrati in Italia o all’estero.

Anche per la Calabria l’incidenza maggiore di partenze all’estero riguarda chi ha compiuto percorsi universitari in materie economiche e scientifico-tecnologiche. Il Sud perde ma altrove il saldo tra arrivi è partenze è positivo anche sul fronte dell’arrivo di giovani laureati. La Lombardia è la regione italiana che guadagna il maggior numero di under 35 con curricula universitari provenienti da altre aree del Paese, Mezzogiorno in testa, o dall’estero. Le altre regioni che segnano un saldo positivo sono Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Toscana.

Emigrazione e sviluppo del territorio

La perdita di capitale umano, in grado, con le proprie capacità e competenze professionali di contribuire allo sviluppo e alla crescita di un contesto territoriale, rappresenta un danno dalle proporzioni incalcolabili. Può inficiare i processi innovativi sia nella pubblica amministrazione sia nel settore privato per mancanza di profili sostitutivi adeguati alle necessità di enti ed imprese. Emigrazione e potenzialità di sviluppo di un’area sono strettamente interconnesse. Più un contesto si impoverisce di nuove leve, maggiore è la possibilità di perdere terreno in termini di adeguatezza produttiva ed innovativa.  

Le principali destinazioni all’estero

Le principali mete di destinazione all’estero degli italiani (fonte AIRE -Anagrafe degli italiani residenti all'estero) sono il Regno Unito (17,2%), la Germania (16,2%), la Svizzera (10,4%), la Francia (9,7%) e la Spagna (5,6%). Gli Stati Uniti e il Brasile accolgono complessivamente il 15% dei flussi di espatrio oltre Oceano mentre gli altri Paesi dell’America Latina valgono insieme il 10% dei flussi verso l’estero (dati Istat - rilevazione 2002-2023). Dal Mezzogiorno ci si dirige prevalentemente verso la Germania (28,2%), il Regno Unito (15%), e la Svizzera (8%). Le maggiori direttrici estere dalla Calabria sono la Germania, la Svizzera, il Regno Unito, poi Belgio, Spagna, Francia e USA (fonte: AIRE - 2023).

I giovani laureati italiani scelgono principalmente i Paesi europei. Nel quinquennio 2019-23 (fonte Istat), Regno Unito e Germania ne hanno accolti complessivamente un terzo (29mila), seguite da Francia (8mila), Svizzera (8mila) e Spagna (5mila). La tendenza riguarda anche la Calabria. Questi cinque Paesi raccolgono insieme quasi il 60% degli espatri. Tra le destinazioni extraeuropee, gli Stati Uniti si collocano al primo posto, con 4mila giovani laureati italiani trasferiti nello stesso periodo. I flussi più consistenti di pendolari meridionali all’estero (espatriati per lavoro ma con residenza ancora nel nostro Paese) registrati dall’Istat nel biennio 2023-2024, analogamente a quanto rilevato per gli emigrati nelle altre regioni italiane, sono in misura maggiore verso la Germania (21%), la Francia (13%), la Svizzera (8,5%) e gli Stati Uniti (7,1%).

Rientri dall’estero

Non ci sono, però, solo fughe in avanti. C’è anche chi rientra nella sua regione d’origine. Per i rimpatri dall’estero si osserva un trend crescente dal 2017, con un numero medio di rientri annui pari a circa 21mila verso il Centro-Nord e 13mila nel Mezzogiorno, plausibilmente anche per effetto delle misure messe in atto per favorire il “rientro dei cervelli” che negli anni successivi sono diventate strutturali (fine seconda parte)