Seicento imprese in campo ed export in crescita, per un valore di 8 miliardi di euro nel 2024. Si rafforza la presenza economica italiana negli Emirati Arabi Uniti. I sette Paesi del Golfo sono il nostro primo fornitore ed il primo mercato dell’area MENA (Middle East and North Africa) e guardano all’Italia con sempre maggiore interesse. Diplomazia politica ed economica, su entrambi i fronti, hanno aperto le porte a nuove opportunità di crescita e di sviluppo.

I due Paesi stanno investendo per raggiungere obiettivi che in agenda si è scoperto essere comuni: innovazione tecnologica e digitale, ammodernamento infrastrutturale e sostenibilità energetica, in primis. Dubai e Abu Dhabi hanno finanziato decine di progetti affidati ad Ansaldo, Eni e Webuild, solo per citare alcune delle holding italiane direttamente impegnate sul campo. Così, negli ultimi quindici anni la presenza tricolore in terra emiratina si è distinta e consolidata in settori strategici dell’economia portando un contributo che ha permesso alle nostre aziende di competere alla pari con i grandi gruppi statunitensi, cinesi, coreani e britannici da sempre presenti nell’area.

Italia ed Emirati Arabi hanno stretto accordi di partnership sulla sicurezza e sulla competitività industriale. Sono particolarmente apprezzate le tecnologie italiane di realizzazione di turbine a gas e di vapore per la conversione dell'energia termica in energia meccanica e l’impiantistica elettrica e sottomarina. La nuova frontiera è rappresentata dalle forniture di impianti di dissalazione per produrre acqua potabile per usi umani, industriali ed agricoli. L’Italia è in pole position anche in questo settore. 

La concorrenza commerciale è agguerrita. Gli Emirati si sono sviluppati con il contributo di grandi gruppi statunitensi, cinesi, coreani e britannici

Gli scambi commerciali

Dal 2022 l’export italiano avanza in termini di fatturato e di volumi con un incremento pari al 20% annuo. Nel 2024 gli Emirati Arabi hanno importato prodotti per un valore di 8 miliardi di euro. Nei primi sei mesi di quest’anno l’export italiano è stato pari a 4 miliardi e 596 milioni di euro, il 18,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. A questi ritmi entro la fine dell’anno gli scambi commerciali con i sette Paesi del Golfo dovrebbero raggiungere e superare i 9 miliardi di euro.

Gli Emirati acquistano in Italia prevalentemente prodotti delle industrie manifatturiere (1 miliardo e 463 milioni di euro), macchinari e apparecchiature (1 miliardo e 445 milioni di euro), articoli in pelle (627 milioni di euro), apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (565 milioni di euro), prodotti chimici (565 milioni di euro) e articoli di abbigliamento (538 milioni di euro).

Nell’ultimo decennio gli Emirati hanno incrementato l’import di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali ed apparecchi di misurazione e orologi (295 milioni di euro) come pure di mobili e complementi d’arredo (293 milioni di euro) e prodotti alimentari (290 milioni di euro).

L’Italia importa dal Golfo beni per un valore complessivo di 2 miliardi di euro. La richiesta principale riguarda i prodotti della metallurgia (924 milioni di euro) e il carbon coke e i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (703 milioni di euro). Da qui al 2035 gli Emirati Arabi hanno un programma di investimenti da 1.000 miliardi di dollari in infrastrutture, logistica commerciale, portuale ed aeroportuale.

L'hub commerciale del porto di Jebel Ali è la più importante del Golfo Persico ed è tra le prime dieci al mondo per movimentazione di container

Le aziende italiane sono direttamente coinvolte in questi progetti e forniscono consulenza ingegneristica e tecnologia all’avanguardia. Ne è un esempio il centro di controllo con la sua rete di comunicazione e l’infrastruttura digitale del porto commerciale Jebel Ali di Dubai, il più grande dell’area, tra i primi 10 porti per movimentazione di container al mondo. È italiana la tecnologia che ha consentito agli Emirati di implementare il coordinamento logistico dei traffici di merci via mare. Nell’hub intermodale che è a capo di una rete composta da 14 scali satellite posizionati lungo le coste del Golfo Persico, con collegamenti in Oman, Qatar e Bahrein, Ansaldo ha realizzato la più grande centrale elettrica del Medio Oriente.