La bocciatura è inesorabile, anche nel rapporto del Cnel “L’attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati”. Oltre 200 pagine di numeri, un’evidenzia chiarissima per nulla inedita: la Calabria è una delle regioni italiane più colpite dal fenomeno dell'emigrazione giovanile. Il saldo migratorio negativo è di 81.034 giovani (18-34 anni) tra il 2011 e il 2024, di cui 62.670 emigrati verso altre regioni italiane e 18.364 verso l'estero. L’equivalente di una città più grande di Corigliano Rossano, Lamezia, Cosenza.

Le principali destinazioni interne sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, mentre per l'estero i giovani calabresi si dirigono principalmente verso Germania, Regno Unito e Svizzera. La regione ha uno dei tassi di emigrazione giovanile più alti in Italia, con 21,4 giovani per mille abitanti che si trasferiscono verso il Centro-Nord, e un tasso migratorio estero di -6,17 per mille.

Che te lo dico a fare, si potrebbe dire. Il rapporto Cnel però offre una cifra che quantifica la ricchezza persa dalla Calabria in termini di capitale umano. È un numero spaventoso: 30,5 miliardi di euro, pari al 76,2% del PIL regionale, con una quota significativa di giovani laureati emigrati (47%). Ci dice, questa cifra, ciò che la Calabria sarebbe potuta essere se avesse avuto la capacità di trattenere i propri talenti migliori. Il capitale umano è, per definizione, l’insieme delle conoscenze, competenze, abilità, esperienze e attitudini di un individuo che generano valore economico e sociale. La fuga di talenti tra i 18 e 34 anni ha prosciugato la capacità di crescere di un territorio che, oggi, è per distacco il meno attrattivo del Paese.

Il senso lo spiegano le motivazioni principali dell'emigrazione: la ricerca di migliori opportunità lavorative e retributive, la mancanza di infrastrutture e servizi. La scarsa attrattività regionale è evidenziata da un Indice sintetico dei flussi migratori (Isfm) pari a 29,9. Già sentiti anche gli interventi necessari a contrastare il fenomeno: investimenti in infrastrutture e servizi pubblici, incentivi per il rientro dei giovani emigrati e miglioramento delle opportunità lavorative e della qualità della vita nella regione. Facili da elencare, molto più difficili da mettere in campo, ammesso che ci sia ancora modo e tempo di invertire una tendenza più che consolidata.

Fuga dall’Italia: 630mila giovani emigrati

Se la Calabria è maglia nera in un Sud che certo non brilla, è il Paese in generale ad aver perso appeal. In Italia tra il 2011 e il 2024 sono emigrati 630mila giovani (18-34enni), il 49% dalle regioni del Nord e il 35% dal Mezzogiorno. Il saldo al netto degli immigrati è pari a -441mila. Nel 2024 i giovani che hanno lasciato il Paese sono stati 78mila. Il saldo al netto degli immigrati è pari a -61mila. Nel 2024 il numero degli expat è il 24% del numero delle nascite. Complessivamente, i giovani andati all’estero nel 2011-24 corrispondono al 7% dei giovani residenti in Italia nel 2024.

Il 42,1% dei giovani emigrati è laureato

Sono il 42,1% i laureati tra i giovani emigrati nel triennio 2022-2024, in aumento rispetto al 33,8% dell’intero periodo 2011-24. Al di sopra o vicini alla metà Trentino (50,7%), Lombardia (50,2%), Friuli-Venezia Giulia (49,8%), Emilia-Romagna (48,5%) e Veneto (48,1%). Le quote più basse si registrano in Sicilia (26,5%) e Calabria (27,2%).

Scarto tra laureate e laureati più marcato nel Mezzogiorno

Relativamente al segmento femminile, le laureate sono il 44,3% tra le emigrate nel triennio 2022-24, contro il 40,1% dei maschi. La differenza maggiore tra la quota femminile e quella maschile si raggiunge tra le regioni del Mezzogiorno, segno che le giovani istruite hanno maggiore coscienza del divario di genere più ampio rispetto al Nord ed emigrano per superarlo. La differenza è di 9,5 punti percentuali in Campania (42,5% contro 33,0%) e di 9,4 punti in Puglia (42,9%, 33,5%), 9,3 in Abruzzo (43,1%, 33,8%), 8,6 in Sardegna (37,8%, 29,2%), 8,4 punti in Calabria (31,8%, 23,4%) e Basilicata (42,4%, 34,0%).

Il valore del capitale umano espatriato: 159,5 miliardi di euro

Ammonta a 159,5 miliardi di euro il valore del capitale umano uscito dal nostro Paese nel 2011-24, stimato sul saldo migratorio e come costo sostenuto dalle famiglie e, per la sola istruzione, dal settore pubblico, per crescere ed educare i giovani italiani emigrati. 77 miliardi per il Nord e 58 per il Mezzogiorno. Le tre regioni con il valore maggiore sono Lombardia (28,4 miliardi), Sicilia (16,7) e Veneto (14,8).

Il 7,5% del Pil

In termini di PIL il valore del capitale umano uscito nel 2011-24 è pari al 7,5%. Così misurata l’uscita più grande è quella dell’Alto Adige (17% del PIL), seguito da Calabria (16,6%) e Sicilia (15,1%). Quella più piccola è del Piemonte (2,3%), con a ruota Emilia-Romagna e Lazio (4,8%). Il peso medio annuo nel triennio 2022-24 è invece pari allo 0,8% del PIL. L’aumento del numero e del grado di istruzione dei giovani emigrati italiani ha incrementato a 16 miliardi il valore dell’uscita annua in tale periodo. In quota del PIL i picchi sono in Alto Adige (1,7%), Calabria (1,6%) e Molise (1,5%) e i minimi per Lazio (0,45%), Emilia-Romagna (0,54%) e Toscana (0,6%).

Attrattività, Calabria ultima in Italia

Le regioni meridionali mostrano un alto Isfm e quindi una bassa attrattività. Valori elevati nel Settentrione si registrano per il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto. Ecco i dati regione per regione:

- Toscana 4,7

- Lazio 4,8

- Alto Adige 5,8

- Lombardia 6,2

- Liguria 6,4

- Emilia-Romagna 6,5

- Trentino 7,8

- Umbria 8,1

- Piemonte 8,1

- Molise 8,4

- Valle d'Aosta 9,4

- Friuli-Venezia Giulia 10,0

- Veneto 10,4

- Marche 12,6

- Abruzzo 13,6

- Sardegna 14,6

- Puglia 15,7

- Basilicata 18,9

- Campania 23,6

- Sicilia 28,2

- Calabria 29,9

Dal Mezzogiorno al Centro-Nord 484mila giovani

Nel 2011-24 si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord, al netto di quelli che sono arrivati, 484mila giovani italiani. 240mila sono andati nel Nord-Ovest dal resto d’Italia, 163mila nel Nord-Est e 80mila nel Centro. Il deflusso record è quello della Campania, pari a 158mila, poi Sicilia con 116mila e Puglia con 103mila. L’afflusso top è stato in Lombardia, con 192mila, seguito dall’Emilia-Romagna (106mila) e Piemonte (41mila).

Il capitale umano trasferito dal Sud al Nord vale 147 miliardi

Il giovane capitale umano trasferito nel 2011-24 dal Mezzogiorno al Nord corrisponde a un valore di 147 miliardi di euro, di cui 79 miliardi relativo al trasferimento dei giovani laureati, 55 a quello dei diplomati e 14 a quello dei non diplomati. La Lombardia è la regione che ha ricevuto più capitale umano giovane dai movimenti interni, pari a 76 miliardi, seguita dall’Emilia-Romagna con 41 miliardi, dal Lazio con 17 e dal Piemonte con 15. La Campania è la regione che ha perso più capitale umano giovane dai movimenti interni: 59 miliardi. Poi viene la Sicilia con 44 miliardi, la Puglia con 40 e la Calabria con 24 (la Calabria raggiunge il totale di 30,5 miliardi sommando anche i giovani trasferiti all’estero).

I numeri della fuga dei giovani dal Sud

Ammontano a 12mila i giovani che se ne sono andati dal Veneto verso l’estero o il resto d’Italia, facendone così la regione meno attrattiva tra le grandi del Nord, perché non è riuscita a compensare con gli afflussi netti dall’interno quelli verso il resto del mondo. 196mila è invece il numero record di giovani che hanno lasciato, per altre regioni o per l’estero, la Campania, seguito dai 163mila della Sicilia e dai 130mila della Puglia.