Manifattura artigianale e di qualità. Le piccole e medie imprese italiane sono le più produttive d’Europa e il Sud e la Calabria contribuiscono in maniera determinante in termini di fatturato, valore aggiunto e livelli di occupazione. Le pmi (fino a 250 dipendenti) sono poco più di 4,7 milioni, danno lavoro a 14,2 milioni di persone e generano il 64% del fatturato totale nazionale ed il 65% di valore aggiunto.

Sul totale degli occupati di ciascuna provincia, a Vibo Valentia (che conta 23.051 aziende), l’incidenza di coloro che lavorano nelle micro e nelle piccole e medie imprese è al 100%. Seguono Isernia con il 98,5%, Trapani e Agrigento entrambe con il 98,3%, Campobasso con il 98,2%, Cosenza (con 104.409 aziende) e Verbanio-Cusio-Ossola con il 98%. Lo dicono i dati diffusi oggi dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Anche la provincia di Reggio Calabria è nella top ten con 70.580 pmi ed il 97,1% degli occupati sul totale. Seguono Crotone (15esima) con 24.730 imprese ed il 96,1% di occupati e Catanzaro (32esima) con 57.221 pmi ed il 92,7% di occupati sul totale.

In Calabria, come nel resto del Mezzogiorno, l’autoimpiego e le imprese fino a 10 lavoratori sono una risorsa fondamentale per l’economia locale. Però, sostiene la Cgia, per affrontare le sfide imposte dai mercati, devono essere sostenute nei processi di transizione digitale e di innovazione tecnologica necessari ad assicurare competitività e fatturati. Servono maggiori investimenti in ricerca e sviluppo. Il Sud e la Calabria sono indietro rispetto al resto del Paese.

Le pmi italiane sono poco più di 4,7 milioni e occupano 14,2 milioni di addetti

In Europa l’Italia delle pmi realizza risultati da record ma paga il calo del numero, e quindi della capacità di produzione e di creare fatturato, delle grandi imprese. Oggi sono 4.619, lo 0,1% del totale, ed occupano oltre 4,4 milioni di addetti, il 23,6% del totale. Nel confronto con la Germania la Cgia di Mestre evidenzia che le nostre pmi danno lavoro al 74,6% degli addetti totali, contro il 55,2% delle pari categoria tedesche. In termini di fatturato le pmi italiane producono il 62,9% del totale, contro il 35,3% della Germania. Infine, in termini di valore aggiunto, il contributo delle nostre pmi è pari al 61,7% del totale, quello delle concorrenti tedesche è del 46%. In generale, sostiene la Cgia, si ottiene un ottimo livello di produttività nel settore manifatturiero, ma sconta ancora dei grossi ritardi nei servizi e nel terziario.