Nel suo videomesaggio rivolto ai partecipanti al Forum di Cernobbio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricordato i principi che hanno ispirato i padri fondatori dell’Unione europea e ha invitato Bruxelles a rinnovare il proprio impegno politico ed istituzionale. Ideali ancora attuali, quelli che hanno portato 80 anni fa alla costituzione del primo nucleo della Comunità europea, sui quali rinnovare l’azione politica e sociale dei Paesi del Vecchio continente. Per crescere e svilupparsi socialmente ed economicamente in un’ottica pacifica di libero scambio commerciale, senza che nessuno imponga limiti all’autonomia decisionale dei singoli Paesi. Il riferimento è al quadro geopolitico internazionale sconquassato da guerre e conflitti di ogni genere. Mattarella critica, in maniera molto chiara, «lo straripante peso delle corporazioni globali» la cui azione, ha sottolineato il presidente, non è rivolta al bene comune ma ad interessi di altro genere. «Servono regole» per contenere questo peso. «Il mondo ha bisogno dell'Europa. Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata. Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo». L’affondo del Capo dello Stato è rivolto a governi e governanti «quasi nuove Compagnie delle Indie che si arrogano l'assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare». Dal 1975 il Forum di Cernobbio è uno degli appuntamenti più attesi in ambito economico. A Villa d’Este, sul lago di Como, ogni anno, il primo fine settimana di settembre, non si concludono accordi commerciali ma si discute di strategie competitive. «L'Unione Europea - ha detto Mattarella - si è affermata come un'area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia. Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace. Ha contribuito a elevare standard di vita, criteri di difesa del pianeta. Ha promosso incontri e dialoghi e ha alimentato libertà nei rapporti internazionali, eguaglianza di diritti tra popoli e Stati: condizioni e causa di progresso.

I quesiti sul futuro dell’Unione

Il capo dello Stato considera di fondamentale importanza che le istituzioni europee siano consapevoli del pericolo che l’azione politica europea perda la sua efficacia.  «Si pone, quindi, anzitutto, una domanda, prima di ogni altra. Come è possibile – ha detto Mattarella –su queste basi, che l'Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico? Quali sono le ragioni, gli interessi di fondo, i principi sui quali si basa la convivenza civile e i traguardi raggiunti dai popoli europei che qualcuno considera disvalori? È soltanto affrontando con lucidità interrogativi di questa natura che potremo trovare risposte esaurienti, utili a illuminare le scelte che siamo chiamati a compiere, pena la irrilevanza e la regressione rispetto ai risultati sin qui raggiunti».

Le prospettive

Per il presidente della Repubblica «oggi più che mai le forze dell'economia e del lavoro sono consapevoli che la leva europea è decisiva». Mattarella ha evidenziato che di fronte alla complessità del quadro geopolitico attuale «c'è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili». «L'Europa, con i suoi traguardi di civiltà, è il testimone che possiamo, e dobbiamo, trasmettere alle nuove generazioni» ha detto ancora il presidente.  «La difesa della civiltà europea - tutt'uno con lo sviluppo della sua società e della sua economia - richiede il coraggio di un salto in avanti verso l'unità. Tutti - ha concluso Mattarella - siamo chiamati a contribuire a questa impresa».