Dopo Gentiloni, Renzi, Conte e Meloni, arriva la quinta sanatoria in dieci anni. Ma l’esperienza insegna: nel 2022 recuperato solo il 49% delle somme previste
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Cinque rottamazioni in dieci anni. Prosegue la caccia ai contribuenti in debito con il Fisco. A marzo l’Agenzia delle Entrate vantava crediti per 1.287 miliardi di euro. Le cartelle esattoriali inevase sono 175 milioni per mancati pagamenti fin dall’anno 2000. I contribuenti in difetto sono quasi 22 milioni, il 90% dei quali, circa 18 milioni, sono persone fisiche. Il Governo targato Giorgia Meloni ci riprova anche quest’anno. Nel 2022 con la rottamazione “quater” erano stati recuperati 12 miliardi e 237 milioni. Dovevano essere riscossi 22 miliardi e 902 milioni, è stato incassato solo il 49%.
Le resistenze da parte dei contribuenti inadempienti sono molto forti. I debiti pesano e sul dovuto c’è il ricarico degli interessi. Maggiore è la somma da pagare, minore è la possibilità di adempiere in tempi stretti e rateizzando in un arco di tempo altresì breve. Gli interessi sul debito applicati quest’anno saranno del 4%, in precedenza erano del 2%, e saranno spalmati su un massimo di 54 rate bimestrali nell’arco di 9 anni. Si tratta di un costo aggiuntivo su cui i contribuenti faranno due calcoli prima di accettare il compromesso. Con la rottamazione si prova comunque ad aprire un confronto che vada oltre il contenzioso amministrativo. Le previsioni vengono sempre mortificate dai dati reali. Ci hanno provato anche Renzi e Conte ma le somme incassate sono state inferiori alle attese. Solo nel 2017, con Gentiloni premier, è stato recuperato il 67,7% degli introiti previsti.
La rottamazione “quinquies” riguarderà le cartelle dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2023 e non è aperta a tutti. Una volta avviata la procedura pacificatoria sarà possibile aderire fino al 30 aprile 2026. Poi scatteranno i pagamenti. Potranno richiedere la chiusura della posizione debitoria coloro i quali hanno presentato la dichiarazione dei redditi ma non hanno effettuato il pagamento. Sarà invece escluso chi non ha mai presentato la dichiarazione e anche chi è stato già oggetto di accertamento da parte del Fisco. Sono esclusi da questa nuova definizione agevolata anche i debiti già oggetto di rottamazione con la quater, che riguarda i carichi fiscali fino al 30 giugno 2022. Non sarà infatti possibile sospendere i pagamenti già indicati nelle domande della rottamazione precedente per passare alla “quinquies”. Con due rate non pagate, anche non consecutive, il contribuente inadempiente sarà tenuto a versare tutta la somma residua in un’unica soluzione. Potranno invece aderire i decaduti delle precedenti rottamazioni. Rientreranno in questa tornata di pagamenti debiti contributivi ed avvisi bonari e si apre una finestra per le multe stradali finite all’Agenzia delle Entrate. Circa gli importi si apre la possibilità di un doppio binario. Cinquemila euro lo spartiacque. Al di sotto di questa soglia la rateizzazione sarà inferiore a 54 rate. Al momento non è previsto alcun versamento minimo come indicato nei giorni scorsi anche da fonti ministeriali. I contribuenti potranno stabilire un importo da mantenere costante ed invariato fino al saldo del debito.