È aumentato tutto. Dall’alloggio ai libri di testo, passando per la spesa alimentare ed energetica, sarà un autunno molto pesante per le famiglie italiane. Per vivere nelle città in cui frequentano i corsi, gli studenti universitari fuorisede, in particolare, dovranno fare i conti con circa 250 euro di spesa in più, rispetto allo scorso anno. Il costo medio di una stanza singola in una grande città è poco più di 600 euro.

Per l’alloggio gli aumenti sono compresi tra 50 e 150 euro. A denunciare i rincari è l’Unione degli studenti universitari. «La media di 613 euro per una stanza singola è frutto di pura speculazione e mette in evidenza l'esigenza di un reale investimento in politiche abitative che mettano al centro la residenzialità pubblica anziché incentivare quella privata, che lucra sui bisogni concreti di studenti e studentesse».

È quanto sostiene Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale dell'Udu. «L'abitare è un diritto, non un lusso. E studiare sta diventando un lusso: il Governo non può continuare a ignorare un problema così importante». I posti letto messi a disposizione dalle università sono pari ad un decimo del numero degli studenti fuori sede ed il costo degli affitti negli ultimi tre anni è cresciuto del 38%. Secondo l’Udu, a fronte di una domanda stabile, i prezzi delle camere singole sono passati da una media di 461euro a 613 euro, 152 euro in più al mese.

Quanto costa far studiare i figli all’università

Quindicimila euro all’anno. Tanto costa un iscritto fuorisede. Una spesa per molti insostenibile. L’alloggio è la quota di spesa che incide per il 70% sul totale. Secondo l'ultimo rapporto di Immobiliare.it, Milano guida la classifica con 732 euro al mese per una singola, seguita da Bologna con 632 euro, Firenze 606 euro e Roma 575 euro.

Gli aumenti più forti si registrano a Trento, dove si passa da 381 a 544 euro (+163 euro, +42,78%), Modena da 385 euro a 506 euro (+121 euro, +31,43%) e Brescia da 399 euro a 519 euro (+120 euro, +30,08%). A Napoli una stanza singola costa in media 445 euro, a Bari 380 euro, a Siena 350 euro, a Trieste 317 euro a Udine 303 euro al mese. Prezzi molto contenuti nelle città siciliane. Palermo, Messina e Catania offrono alloggi ad un costo medio compreso tra 278 e 263 euro al mese. Le 3 città in assoluto più convenienti sono Foggia (249 euro al mese), Catanzaro (243 euro al mese) e Chieti 230 euro al mese.

I prezzi degli alloggi risultano molto contenuti nelle città siciliane. Catanzaro è tra le città universitarie del Sud più convenienti

Sempre secondo Immobiliare.it, pur restando la domanda complessiva invariata, in molte città la domanda di alloggi è diminuita. Rispetto a 12 mesi fa, la richiesta a Torino ha fatto segnare un -3%, a Firenze un -6%, a Milano un -13%, a Verona un -20%, a Bologna e Napoli rispettivamente addirittura un -38% e un -47%. Venezia, dove una stanza singola costa in media 453 euro al mese, è in controtendenza con il 30% in più di richieste di alloggi.

Non solo affitti

Gli aumenti di beni e servizi incideranno sulla spesa finale delle famiglie per una somma compresa tra i 50 e i 100 euro al mese. I rincari riguardano il carrello della spesa, i costi di acqua gas e luce, dei libri di testo e del materiale didattico. Il balzo in avanti è tra i più elevati degli ultimi anni. Il carrello della spesa è aumentato del 3,5%. Lo dice l’Istat nel suo ultimo report.

Pane, pasta, carne, verdure, caffè e zucchero sono gli alimenti con i maggiori rialzi. Sono cresciuti anche i prezzi dei prodotti per la cura della persona e per la casa, +2,9%. Nell’anno il costo di luce e gas è cresciuto del 17% e dopo la flessione estiva, a luglio si è attestato sul 12%, in autunno i prezzi potrebbero tornare a salire. Il Codacons denuncia che negli ultimi 4 anni il costo dei testi universitari è aumentato del 14,4% (+3,8% nel 2025 rispetto allo scorso anno). I prodotti di cancelleria e gli articoli correlati sono aumentati del 24,2% (+4,7% nel 2025 rispetto all’anno precedente). La carta, i quadernoni e le risme di carta sono aumentati del 20,3% (+3,5% nel 2025 rispetto all’anno precedente).