Un cinese di 33 anni è stato arrestato il 3 luglio all'aeroporto di Malpensa, dove era appena arrivato, in esecuzione di un mandato delle autorità statunitensi in un'inchiesta dell'Fbi perché accusato, da quanto si è saputo, di far parte di un team di hacker che avrebbe effettuato operazioni di spionaggio, in particolare nel 2020 su vaccini anti-Covid in produzione all'Università del Texas. Per l'uomo, difeso dall'avvocato Enrico Giarda, è fissata per domani udienza in Corte d'Appello a Milano nel procedimento sulla richiesta di estradizione degli Usa

Per la sua famiglia, il 33enne è un mero tecnico di un'azienda informatica. Come riferito dalla moglie, Xu Zewei, 33 anni, residente a Shanghai, è un tecnico di un'azienda informatica ed era arrivato in Italia per un periodo di vacanze. Il 4 luglio, la giudice Veronica Tallarida della quinta penale d'appello di Milano ha convalidato l'arresto e ha emesso la custodia cautelare in carcere (ora è detenuto a Busto Arsizio, provincia di Varese), dopo che il provvedimento degli Usa era stato eseguito il giorno prima, verso le 11, dalla Polizia a Malpensa.

Il 33enne era ricercato a livello internazionale su mandato d'arresto, emesso il 2 novembre 2023, dal Distretto meridionale del Texas del Tribunale distrettuale degli Usa. È accusato dagli Stati Uniti, come si legge negli atti, di frode telematica e furto di identità aggravato (pena massima 5 anni), associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica (pena massima di 20 anni), accesso non autorizzato a computer protetti (pena massima 5 anni) e furto di identità aggravato (pena massima 2 anni).

Come scrive la giudice di Milano che ha disposto la custodia in carcere, "il ministero dell'Interno ha comunicato che l'autorità statunitense ha emesso il provvedimento" sulla base di un'inchiesta dell'Fbi da cui "è emerso che Xu Zewei ha preso parte, insieme ad altri connazionali cittadini" cinesi ad una "associazione a delinquere finalizzata a rubare informazioni tramite l'accesso non autorizzato a computer, tra cui quelli di varie università e centri di ricerca scientifica, ubicati negli Stati Uniti e altrove". E secondo l'Fbi, avrebbe agito in questa "attività di intrusione informatica per conto di autorità appartenenti al governo cinese".

Al 33enne è stato anche sequestrato il telefono per trovare "dati utili all'accertamento dei fatti". Per il giudice sussiste un "concreto pericolo di fuga", dato che l'uomo "era appena giunto in Italia" con un volo da Shanghai e "non risulta avere alcun radicamento in Italia". Per domani mattina è fissata l'udienza solo per "l'identificazione personale e l'eventuale consenso all'estradizione". Poi, il procedimento proseguirà e potrebbe durare anche diverse settimane.

Il 33enne cinese, arrestato in Italia su mandato degli Usa, è accusato nell'inchiesta dell'Fbi, oltre che di aver spiato con un team di hacker connazionali "università, immunologi e virologi" negli Stati Uniti a partire dal febbraio 2020, ossia dallo scoppio della pandemia Covid, anche di aver fatto parte di "una campagna di intrusione informatica su larga scala orchestrata" dal governo cinese, che ha "preso di mira migliaia di computer in tutto il mondo", nota come 'Hafnium', per aver informazioni su "varie politiche del governo statunitense". Emerge da atti del Ministero dell'Interno italiano che riassumono le contestazioni.