Dal 60 della premier Meloni alle bocciature in serie di Damiano David, passando per chi la scuola l’ha mollata per inseguire un sogno: ecco come se la sono cavata all’esame di Maturità i volti noti della politica, dello spettacolo e dello sport. Spoiler: non sempre il voto è stato un biglietto per il successo
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Per molti è un incubo. Per qualcuno un orgoglio da incorniciare. Per altri ancora, un passaggio a vuoto. Ma nessuno può davvero dimenticare la Maturità, quell’esame che sancisce la fine dell’adolescenza e il primo vero confronto con la paura di fallire. Nemmeno i vip. Dietro gli smoking da red carpet, le conferenze stampa e le partite da milioni di spettatori, anche loro – sì, proprio loro – sono passati da là. Alcuni con risultati sorprendenti.
Partiamo da Palazzo Chigi. Giorgia Meloni, oggi presidente del Consiglio, ai tempi della scuola era un’alunna modello: diplomata in lingue con un bel 60/60 all’Istituto Amerigo Vespucci di Roma. Anche Giuseppe Conte e Matteo Renzi hanno chiuso in bellezza: entrambi con il massimo. Più tribolato il cammino di Matteo Salvini, che si è diplomato al liceo classico Manzoni di Milano con 48/60, voto identico a quello di Antonio Tajani, il quale ha confessato candidamente: «Una volta presi 1 al compito di greco».
L’attuale ministro dell’Istruzione Valditara rischiò perfino di non essere ammesso agli esami, a causa della matematica. Si salvò per un soffio, ma il voto finale non è noto. Chi invece può sfoggiare un sistema di voti tutto suo è Elly Schlein: cresciuta in Svizzera, ha ottenuto la media di 6/6, l’equivalente di un bel 100 all’italiana. Ilaria Salis, neo eletta al Parlamento europeo, uscì con un perfetto 100/100 al liceo classico Zucchi di Monza. Stesso punteggio per Luigi Di Maio, che da privatista centrò il bersaglio pieno. Roberto Vannacci si è diplomato nel 1986 a Parigi, al liceo scientifico Leonardo da Vinci: voto ignoto, ma nessun dubbio sulla carriera militare.
Chiara Ferragni, al liceo classico Daniele Manin di Cremona, non eccelleva né deludeva: chiuse con un 78/100. Il suo ex, Fedez, invece, a scuola ha detto addio prima del traguardo, per inseguire il sogno della musica. Scelta condivisa anche da Emis Killa e da Damiano David, frontman dei Måneskin, che dopo tre bocciature decise che era meglio smettere. Tiziano Ferro prese 55/60, Lorenzo Fragola 85, Leo Gassmann un eccellente 96. E Angelina Mango, vincitrice di Sanremo 2024, ha conseguito la maturità al liceo artistico, nel 2019, a Milano.
Tra i promossi più convinti anche Diana Del Bufalo (60/100) e Salvatore Esposito, il Genny Savastano di “Gomorra”, che portò a casa un 77. E poi c’è Maria De Filippi, sobria come sempre anche nei voti: 52 su 60. C’è chi, tra gli attori, si è fermato ben sotto la sufficienza accademica. È il caso di Edoardo Leo, che ha ammesso di essersi diplomato con un risicatissimo 37, quando il minimo era 36. Ma si è poi rifatto con la lode all’università. Chi non ha problemi di performance è Cristina Parodi, che ottenne un brillante 60/60 al liceo classico, così come Carlo Conti, oggi volto rassicurante della Rai, che fu studente modello anche sui banchi.
E nello sport? C’è chi ha fatto le corse anche per il diploma. Jannik Sinner ha lasciato la scuola pubblica al quarto anno per il tennis, ma poi ha recuperato da privatista a Bolzano. Gianluigi Donnarumma ha ottenuto un 70/100, Mario Balotelli si è fermato al minimo sindacale, 60. Gregorio Paltrinieri ha chiuso con 80, Federica Brignone con 83. L’olimpionico Aldo Montano, invece, si diplomò con un solido 54 su 60.
In fondo, il voto alla Maturità non dice tutto. Ma qualcosa racconta. Soprattutto oggi, che siamo più inclini a guardare i successi pubblici e meno le fatiche di gioventù. Certo, fa un certo effetto scoprire che un ministro arrancava in matematica o che un cantante di fama mondiale non è mai arrivato in fondo. Ma forse è proprio lì che si capisce che i numeri contano, sì, ma solo fino a un certo punto. Poi arriva la vita vera, e le vere prove iniziano da lì.