Gli si “rimprovererebbe” di aver sminuito la solennità della funzione e del ruolo che incarna. E si sa quanto a queste latitudini il modernismo sia osteggiato da sempre e lo sarà per sempre
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Si fa sempre più dura per il Cardinal Parolin, la sua scalata al soglio di Pietro Pontefice, visto che, laicamente parlando e al netto di una tipica azione di 'controffensiva curiale' – perciò vellutatamente felpata e abilmente inscenata - viene infilzato (per le da lui subite chirurgie oncologiche o para tali): praticamente, quasi fosse un moderno San Sebastiano!
Parimenti, al filippino Cardinal Tagle, lo si stigmatizza neanche sottotraccia a fronte delle sue intemerate performance canore, le quali lo porterebbero più nelle vesti di ospite a Sanremo, giammai sulla loggia centrale della Basilica dedicata al primo Papa.
Insomma gli si 'rimprovererebbe' di aver ridicolmente sminuito la solennità della funzione e del ruolo che incarna, abbandonandosi ad un'ordalia non caritatevole -cioè fare apparire la Chiesa vicina, umana e amabile - bensì al becero populismo, soprattutto in chiave modernista. E si sa quanto 'Oltretevere' il modernismo sia osteggiato da sempre e lo sarà per sempre.
Altrimenti, come farebbe ad essere in vita, la stessa Santa Sede, da duemila e venticinque anni e restare ancora – fortunata per noi!- per l'eternità?