Dalla parata con i Grenadier Guards alla visita sulla tomba di Elisabetta II, la seconda storica visita del tycoon nel Regno Unito si apre in pompa magna. Ma quattro arresti per una proiezione shock sulle torri del castello e le accuse di legami con Epstein rischiano di oscurare il ricevimento reale
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Donald Trump ha messo piede in Gran Bretagna per la sua seconda visita di Stato, e lo ha fatto con lo stile che lo contraddistingue: Marine One posato sulla tenuta reale, cappellini “Maga” e persino “Mega” (Make England Great Again) tra la folla, applausi calorosi, qualche fischio isolato. Windsor ha spalancato le porte al presidente americano, accolto da re Carlo e dalla regina Camilla con tutti gli onori che il cerimoniale prevede, in un clima da grande evento internazionale.
Alle 12.10 locali, l’elicottero presidenziale è atterrato nei giardini del castello. Trump, in abito blu e cravatta viola, e la moglie Melania, elegante in scuro con cappello coordinato, sono stati accolti dai principi del Galles, William e Kate. Poi il corteo verso la Quadrangle, dove la Guardia d’onore – Grenadier, Coldstream e Scots Guards, con le bande unite dei Foot Guards e dei Pipes and Drums – ha offerto uno spettacolo imponente, per la prima volta con tre colori di Stato contemporaneamente. Un’eccezione mai vista prima, segno che a Windsor volevano davvero colpire.
Il presidente ha passato in rassegna le truppe al fianco del sovrano, mentre 41 colpi di cannone risuonavano da Windsor e da Tower Bridge a Londra. Poi, la sfilata del King’s Troop Royal Horse Artillery e della Sovereign’s Escort, applausi e inni nazionali. Un copione da manuale, con Carlo e Camilla accanto a Trump e Melania sul palco d’onore, e William e Kate a completare il tableau.
Dopo il pranzo nella Sala di Stato, con il gotha della Royal Family, i Trump hanno visitato la Green Drawing Room, dove era stata allestita un’esposizione di pezzi della Royal Collection legati alla storia americana. Poi il momento più intimo: la visita privata alla Cappella di San Giorgio, con la deposizione di una corona sulla tomba di Elisabetta II, una delle figure che il presidente ha sempre definito “una grande amica”.
Il pomeriggio è proseguito con l’arrivo del premier Keir Starmer e della moglie Victoria, insieme a famiglie militari americane e britanniche. Gran finale previsto con i sorvoli congiunti dei caccia F-35 e delle Red Arrows della Raf, se il meteo concederà tregua. In serata, il clou: il banchetto nella St George’s Hall, con Carlo e Trump a tenere discorsi ufficiali.
Eppure, dietro l’apparato scintillante si muovevano le ombre. Ieri sera, quattro attivisti sono stati arrestati dopo aver proiettato sulle torri del castello le immagini del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein insieme a Trump e al principe Andrea. Un gesto clamoroso che ha riaperto le ferite del cosiddetto “Epstein Files”, in cui l’ex presidente e il duca di York compaiono per le loro frequentazioni con il finanziere morto in circostanze sospette.
Per Trump un imbarazzo notevole, dato che il blitz arriva alla vigilia della sua passerella più importante in terra britannica. Ma non meno scomoda è la coincidenza che tocca Londra: pochi giorni fa è stato silurato l’ambasciatore britannico a Washington, Peter Mandelson, altro nome finito nella rete delle amicizie pericolose con Epstein. Una catena di episodi che ha riportato la vicenda al centro delle cronache internazionali, proprio mentre la Royal Family si prepara a celebrare l’alleanza con gli Stati Uniti.
Le proteste contro Trump, almeno per ora, sono state contenute. Piccoli gruppi di contestatori hanno sventolato cartelli “Stop Trump” a Londra e davanti a Windsor, senza però replicare le grandi manifestazioni di massa del 2018. Ma la tensione resta. Il sindaco Sadiq Khan, da sempre in rotta di collisione con il presidente, ha scritto sul Guardian parole durissime: «Trump soffia sul fuoco dell’estrema destra, e ora una nuova forma di politica tossica ha invaso anche le nostre strade. Questi sono tempi bui. Ma chi cerca di dividerci non vincerà».
Domani sarà il momento della conferenza stampa congiunta tra Trump e Starmer. Ma già si parla di un incontro “ridotto all’osso”, con domande limitate e scenografia blindata, per evitare che la questione Epstein torni a dominare la scena e trasformi una visita celebrativa in un boomerang diplomatico.
Per ora, il re ha offerto a Trump tutti gli onori di Windsor. Ma le ombre proiettate sulla pietra del castello rischiano di restare più impresse delle luci del banchetto.