Nel libro Entitled: The Rise and Fall of the House of York, lui viene dipinto come un marito fedifrago “a calendario pieno”: ma anche “Fergie” si è rifatta, regalando alla storia reale lo scatto cult con il piede in bocca all’amante
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Dimenticate l’immagine patinata dei matrimoni reali. Quello tra il principe Andrea e Sarah Ferguson, celebrato il 23 luglio 1986, somigliava più a una telenovela con sceneggiatura a episodi settimanali che a un’unione benedetta dalle corone. A svelare il dietro le quinte è lo storico Andrew Lownie, autore della biografia Entitled: The Rise and Fall of the House of York, che uscirà il 14 agosto e che il Daily Mail ha già cominciato a serializzare. Il ritratto che ne esce è quello di un matrimonio che, già dal primo brindisi, aveva perso la bussola.
Lownie sostiene che nei primi dodici mesi di vita coniugale il duca di York avrebbe collezionato almeno dodici amanti, una per ogni mese dell’anno. Non esattamente il comportamento che si addice a un ufficiale di Marina e figlio della regina Elisabetta II, ma Andrea avrebbe avuto sempre una giustificazione a portata di mano: «Sono un principe, un militare e infine un marito». In altre parole, prima l’avventura, poi il dovere, infine la famiglia.
Sarah, intanto, restava al Royal Lodge a fare i conti con l’assenza del marito. All’inizio reagì con lacrime e sfoghi privati: «Dice che mi ama e poi sparisce per andare con altre», confidava agli amici. Ma il ruolo della moglie paziente durò poco. Se Andrea aveva deciso di vivere da scapolo pur con la fede al dito, lei non intendeva restare a guardare.
La vendetta di Fergie arrivò in una forma destinata a restare impressa nella memoria collettiva: l’immagine del 1992 in cui John Bryan, il suo “consigliere finanziario”, le bacia il piede durante una vacanza. Lo scatto fece il giro del mondo, diventando un simbolo di scandalo e autoaffermazione. A Buckingham Palace, l’eco fu quella di un’esplosione: non tanto per il tradimento in sé, ma per l’umiliazione pubblica che infliggeva alla Corona.
E pensare che la storia era cominciata sotto ben altri auspici. Fu Lady Diana, nel 1985, a presentare la vivace figlia di un maggiore dell’esercito a suo cognato Andrea. Il fidanzamento fu lampo e il matrimonio una festa in grande stile. Sarah, con il suo umorismo diretto e il temperamento popolare, portava una ventata di freschezza a corte. Non tutti, però, ne apprezzavano la spontaneità: «Non smette mai di parlare!», pare avesse osservato la regina Elisabetta. Carlo, invece, avrebbe commentato con un misto di ironia e cattiveria rivolgendosi a Diana: «Perché tu non sei simpatica come lei?».
Il fascino iniziale si spense presto. Le missioni in mare del duca – reali o presunte – lo tenevano lontano per lunghi periodi. Quando tornava, si rifugiava davanti alla televisione o, secondo le voci, in braccia diverse da quelle della moglie. La nascita delle figlie Beatrice (1988) ed Eugenia (1990) non cambiò l’andamento della relazione, anzi. Sarah, stanca di fare da comparsa, iniziò a moltiplicare le fughe verso mete esotiche e a concedersi libertà di cui i paparazzi andarono ghiotti.
Il 1992 segnò il punto di rottura ufficiale con la separazione, seguita dal divorzio nel 1996. Eppure, come in un copione che si rifiuta di arrivare ai titoli di coda, i due continuano ancora oggi a vivere insieme nel Royal Lodge. Non c’è riconciliazione sentimentale, ma un legame fatto di figli, abitudini e una certa complicità.
Per il pubblico, restano i protagonisti di uno dei capitoli più turbolenti della saga Windsor: lui, il principe dal curriculum sentimentale degno di un romanzo picaresco; lei, la duchessa capace di trasformare un bacio al piede in un’arma di rivalsa. Un binomio che, tra scandali e silenzi imbarazzati, ha lasciato il segno ben oltre le pagine di cronaca rosa.