Dalle strofe contro la segretaria Pd al paragone velenoso su Jannik, il rapper accende il dibattito politico e sportivo. La replica in radio a La Zanzara non spegne le polemiche, mentre emergono dubbi sulle vendite dei biglietti per i concerti al Forum di Assago
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Provocare, incendiare il dibattito, catalizzare l’attenzione. Fedez non tradisce la sua natura e a pochi giorni dai concerti al Forum di Assago sceglie la via più sicura per finire al centro della scena: la polemica. Stavolta il bersaglio non è un generico “sistema”, ma due figure simboliche dell’Italia di oggi: la segretaria del Pd Elly Schlein e il campione di tennis Jannik Sinner.
Tutto nasce da una storia pubblicata su Instagram, con un conto alla rovescia che segnala l’uscita imminente di un nuovo brano. «Ogni volta che scrivo su sta base mi viene da mandare affanculo Essemagazine», attacca il rapper, prima di lanciare un messaggio diretto a una delle testate più seguite sul mondo della musica urban. Poi arrivano le barre vere e proprie, che prendono di mira politica, religione, sport e costume.
Il passaggio più discusso è quello su Schlein: «Avete sentito cos’ha detto Elly Schlein? “Io condanno Israele ma ho tanti amici ebrei”». Un verso che ironizza sulle parole della leader dem, ma che rischia di trasformarsi in mina politica, inserendosi nel dibattito già infuocato sul conflitto in Medio Oriente.
Poi tocca a Sinner, idolo nazionale e simbolo dello sport italiano: «L’italiano ha un nuovo idolo si chiama Jannik Sinner, purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler». Un’accusa che gioca sul filo del paradosso, ma che ha immediatamente scatenato il caos. Sui social sono piovuti commenti indignati: «Cattiveria gratuita», scrivono i fan del tennista, mentre altri sottolineano l’inopportunità di associare il suo nome a quello del Führer, anche in chiave ironica.
La polemica diventa inevitabile, e Fedez sceglie di difendersi intervenendo a La Zanzara, il talk radiofonico più adatto a cavalcare l’onda dello scandalo. «Non è una critica a Sinner, ma al fanatismo italiano. Si chiama ironia, non è un attacco a lui, non lo conosco e non mi interessa», spiega il rapper, che prova a spostare l’attenzione sul ruolo del rap: «È compito del rap analizzare l’attualità. Queste sono barre che canterò dal vivo al Forum».
Il chiarimento, però, si trasforma in un nuovo affondo. Perché subito dopo Fedez torna sull’argomento Sinner e aggiunge: «Lui è un grandissimo, ma vive a Monaco e non paga le tasse qui. È molto più ricco di me». E, incalzato dal conduttore Giuseppe Cruciani, ammette che se potesse trasferirsi anche lui lo farebbe «subito». L’ennesima battuta che non spegne ma alimenta le polemiche.
A fare da sfondo c’è la questione dei concerti del 19 e 20 settembre all’Unipol Forum di Assago. Annunciati come un ritorno trionfale “a casa”, con tanto di proclami sul sold out, gli show sembrano invece lontani dal tutto esaurito. A sollevare dubbi è stata Selvaggia Lucarelli, che nella sua newsletter ha ricostruito la vicenda: a giugno Fedez parlava di due date “praticamente sold out”, ma a pochi giorni dagli eventi i biglietti risultano ancora disponibili, seppure con l’opzione “Scelta in pianta” disattivata. Un escamotage, secondo la giornalista, per mascherare la disponibilità effettiva dei posti.
Il sospetto, dunque, è che l’uscita delle barre incendiarie serva anche a rilanciare l’attenzione su due concerti che non hanno registrato la corsa ai biglietti annunciata mesi fa. Un’ombra che si somma alle polemiche personali e artistiche di un artista che da anni vive sul filo tra musica e provocazione politica.
La domanda resta: si tratta di un calcolato colpo di marketing o di un passo falso che rischia di diventare un boomerang? Perché se è vero che il rap è sempre stato un linguaggio irriverente, che usa paradossi e iperboli per raccontare la realtà, è altrettanto vero che associare il nome del tennista simbolo del Paese al dittatore nazista supera il confine dell’ironia per entrare nel territorio scivoloso dell’offesa.
Quel che è certo è che, ancora una volta, Fedez è riuscito a riportare il dibattito su di sé. E mentre la politica discute, i tifosi di Sinner si indignano e gli utenti dei social si dividono, resta l’impressione che l’artista abbia scelto consapevolmente il caos come palcoscenico. Nel bene o nel male, il risultato è lo stesso: se ne parla ovunque, in Italia e all’estero. Ed è esattamente ciò che voleva.