Una fotografia di apparente stabilità che nasconde un sistema politico in fase di riassestamento. A tutto c’è da aggiungere il forte astensionismo che caratterizza la vita politica italiana da alcuni anni
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I sondaggi confermano un quadro politico sostanzialmente stabile, ma ci sono segnali che meritano attenzione e che lasciano intendere che qualcosa si muove nel corpo elettorale. L’ultima Supermedia Agi/Youtrend fa registrare una lieve flessione di Fratelli d’Italia, ma quello che è da segnalare è che ormai si sia fermato sotto quota 30%, al 29,8%, una soglia psicologica importante.
Un dato che non mette in discussione la leadership del partito di Giorgia Meloni, ma segnala una fase di assestamento dopo mesi di crescita continua. Potrebbe aver pesato il caos della legge di bilancio, impantanata in parlamento, continuamente modificata dalla stessa maggioranza.
Il Partito democratico cresce al 22,2 per cento e consolida il ruolo di principale forza di opposizione. Ma quello che preoccupa è che la coalizione di centro sinistra non abbia ancora un vero leader, un federatore in grado di cominciare la battaglia per Palazzo Chigi. Il quadro che emerge dall’ultima Supermedia Agi/Youtrend, fotografa una situazione complessivamente stabile ma con segnali politici da non sottovalutare. L’elettorato sembra indicare una strada. Che però è ancora tutta da verificare.
Il Movimento 5 Stelle arretra leggermente al 12,2 per cento, ma questo conferma le difficoltà a rilanciarsi come alternativa di governo. E soprattutto allontana il sogno di Conte di tornare alla presidenza del Consiglio. Nel centrodestra continua il confronto interno: Forza Italia sale all’8,8 per cento e supera di poco la Lega, ferma all’8,4, in un equilibrio che riflette anche le tensioni sulle leadership e sulle strategie future. Entrambi le forze sono ben lontane dai tempi d’oro, considerati ormai irraggiungibili.
Tra i partiti minori, Alleanza Verdi e Sinistra si attesta al 6,4 per cento, mentre Azione recupera e sale al 3,5. Italia Viva e +Europa restano sotto la soglia del 3 per cento. C’è da evidenziare come la coalizione di centrodestra mantenga un vantaggio ampio, intorno al 48 per cento dei consensi. Il centrosinistra classico ancora non sfonda, mentre il M5S continua a muoversi fuori dagli schemi, non riconoscendo al PD la guida della coalizione alternativa all’attuale maggioranza.
Il segnale politico di fine anno è chiaro: il consenso per il governo resta solido ma non cresce più, mentre l’opposizione targata Pd prova lentamente a recuperare spazio. Una fotografia di apparente stabilità che nasconde un sistema politico in fase di riassestamento. A tutto c’è da aggiungere il forte astensionismo che caratterizza la vita politica italiana da alcuni anni. La maggioranza degli italiani non ama più scegliere. Un dato che alle regionali del 2025 si è consolidato attorno al 40% di votanti. Troppo poco per la democrazia che vive solo se gli elettori partecipano alle scelte elettorali

