I legali hanno partecipato questa mattina a oltre 50 udienze nel tribunale del carcere di Ktzi’ot. Denunciate condizioni inadeguate, tra cui scarso accesso all’acqua potabile e abusi fisici e verbali
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Frame del breve video pubblicato su X/GlobalSumud assieme al messaggio: "The Conscience Boat and Thousand Madleens to Gaza — part of the Freedom Flotilla Coalition — have just been intercepted!". CREDIT GlobalSumud (IMMAGINE DA USARE SOLO PER NOTIZIE RELATIVE ALL'ABBORDAGGIO ISRAELIANO ALLE NAVI DELLE FLOTILLA - NPK)
Gli avvocati dell’organizzazione Adalah hanno partecipato questa mattina a oltre 50 udienze nel tribunale del carcere di Ktzi’ot, dove sono detenuti i partecipanti alla Freedom Flotilla, riuscendo anche a far visita ad altri. I legali, secondo quanto fanno sapere, continuano a ricevere segnalazioni di comportamenti aggressivi e violenti durante e dopo l’intercettazione illegale delle imbarcazioni da parte di Israele, oltre che di condizioni di detenzione inadeguate, tra cui scarso accesso all’acqua potabile e, in alcuni casi, abusi fisici e verbali.
Le udienze sono iniziate senza la presenza di difensori legali e, al momento, fa sapere il Global Movement to Gaza, «oltre 20 partecipanti ancora detenuti non hanno avuto la possibilità di incontrare un avvocato, in una chiara negazione del diritto all’assistenza legale».
Oggi Adalah ha inoltre rappresentato davanti al Tribunale della magistratura di Ashkelon tre partecipanti con cittadinanza israeliana (tra cui doppi cittadini). Sono stati interrogati e trattenuti per la notte con l’accusa di “infiltrazione in un’area militare non autorizzata”. «La polizia – si legge nella nota – ha chiesto di prolungare la detenzione di sette giorni, ma il tribunale ha suggerito di rilasciarli con condizioni restrittive: divieto di ingresso a Gaza per sei mesi, obbligo di comparire per eventuali interrogatori e una cauzione sospesa di 4.000 shekel (circa 1.230 dollari) ciascuno. I detenuti hanno rifiutato di firmare queste condizioni arbitrarie, basate sull’accusa di infiltrazione, falsamente mossa contro di loro, poiché sono stati di fatto rapiti in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche da Gaza».
«L’applicazione di questa legge in tali circostanze è priva di fondamento giuridico, anche secondo il diritto interno israeliano. Secondo il diritto internazionale, essi hanno il diritto inequivocabile di entrare a Gaza, e la loro detenzione continuata con questo pretesto rappresenta una grave violazione dei diritti umani. Adalah – conclude la nota – presenterà ricorso contro questa decisione nelle prossime ore».