I primi cittadini di Reggio, Palmi, San Giovanni in Fiore, Castrolibero e Cirò Marina dovranno lasciare la fascia tricolore. Nuove elezioni anche nelle Province di Cosenza e Crotone
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Le elezioni regionali appena concluse in Calabria avranno effetti indesiderati sulla politica locale: cinque Comuni infatti, dovranno tornare alle urne. I rispettivi sindaci, infatti, sono stati eletti consiglieri regionali e dovranno lasciare la fascia tricolore.
La legge è chiara. L’articolo 65 del Testo Unico degli Enti Locali stabilisce l’incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di consigliere regionale. La cosa è certa anche perché la Corte costituzionale ha bocciato la norma approvata in passato dal Consiglio regionale calabrese che consentiva il doppio incarico, confermando quindi l’incompatibilità.
A dimettersi saranno Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, e Giuseppe Ranuccio, primo cittadino di Palmi, entrambi del centrosinistra.
Nel centrodestra, invece, dovranno lasciare Orlandino Greco (Castrolibero), Rosaria Succurro (San Giovanni in Fiore) e Sergio Ferrari (Cirò Marina).
Per Succurro e Ferrari le conseguenze sono ancora più rilevanti, perché oltre a essere sindaci ricoprono anche la carica di presidenti di Provincia — rispettivamente Cosenza e Crotone. In entrambi i casi sarà necessario eleggere nuovi vertici provinciali attraverso il voto di sindaci e consiglieri comunali.
Ma le ricadute non saranno solo amministrative. Sul piano politico si annunciano movimenti e possibili ritorni eccellenti.
A Reggio Calabria si parla insistentemente di un possibile ritorno di Giuseppe Scopelliti, ex sindaco ed ex presidente della Regione, oggi vicino alla Lega. Il suo nome, però, divide il centrodestra, dove cresce invece la figura di Giusy Princi, europarlamentare e già vicepresidente della Regione con delega all’Istruzione e all’Università.
A San Giovanni in Fiore, invece, è tornato attivo Mario Oliverio, ex presidente della Regione. Tuttavia il suo peso politico appare ridimensionato dopo il flop della sua candidatura autonoma alle penultime regionali (1,7%) e la rottura con il Partito Democratico.
La politica calabrese è dunque in pieno fermento: tra dimissioni, nuove elezioni e ritorni sulla scena, si apre una fase di grande movimento che ridisegnerà ancora una volta la mappa del potere locale, dalle Province fino ai Comuni più importanti. Ovviamente non si tratta di operazioni indolore, anche perché la scelta di un primo cittadino non è mai una cosa facile, tra contrasti, veti incrociati, difficoltà ad individuare la personalità giusta. Con il rischio che questo possa provocare rotture di alleanze interne nelle coalizioni. E anche qui le conseguenze rischiano di essere piuttosto serie.