Il 15 maggio 2025 potrebbe segnare una svolta cruciale nella guerra in Ucraina: per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, i presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky si incontreranno faccia a faccia a Istanbul, su iniziativa del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. L’annuncio arriva dopo un’escalation diplomatica senza precedenti, culminata con un ultimatum congiunto di Stati Uniti ed Europa che imponeva a Mosca di accettare un cessate il fuoco di 30 giorni entro lunedì 12 maggio, pena nuove sanzioni devastanti.

Il 10 maggio, i leader di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia si sono riuniti a Kyiv insieme a Zelensky, chiedendo a Putin un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Il presidente statunitense Donald Trump ha sostenuto l’iniziativa, avvertendo che, in caso di rifiuto, sarebbero scattate nuove sanzioni contro i settori energetico e bancario russi.

Putin ha risposto proponendo colloqui diretti in Turchia, senza precondizioni. Zelensky ha definito l’apertura russa un «segno positivo».

La comunità internazionale guarda ora a Istanbul con speranza e scetticismo: sarà questo il primo passo verso la fine del conflitto o l’ennesima occasione mancata?