Anche il cardinale da bambino era un fan della raccolta Panini ma non ha mai trovato l’immagine del suo omonimo. L’ex calciatore dell’Atalanta, suo lontano cugino, ha promesso di spedirgliela se diventerà il nuovo pontefice
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Pier Luigi Pizzaballa è diventato celebre, oltre che per i suoi meriti sportivi (è stato anche portiere della Nazionale), anche e soprattutto per essere stata la figurina più introvabile della raccolta “Panini”, che negli anni ‘60/’70 appassionava intere generazioni di ragazzini che raccoglievano, nel loro album, le figurine raffiguranti i calciatori dei campionati italiani di serie A e serie B. Le figurine si scambiavano per completare l’album, ma nessuno riusciva a trovare quella di Pizzaballa, il portiere dell’Atalanta.
In questi giorni di pre-Conclave, con i riflettori accesi sulle figure dei vari cardinali papabili, il nome dell’alto prelato Pierbattista Pizzaballa ha suscitato la curiosità di quanti ricordavano un altro Pizzaballa, precisamente Pier Luigi, che per anni fu l’ estremo difensore della squadra bergamasca. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex portiere ha spiegato come ci sia una parentela, anche se lontana, con il cardinale patriarca di Gerusalemme, uno dei nomi più ricorrenti del Totopapa.
Il collegamento è stato confermato dallo stesso cardinale, che ha aggiunto: «Anche io, come tutti, facevo la raccolta delle figurine e anch’io, come tutti, il portiere Pizzaballa non l’ho mai trovato». Una storia, quella dell’introvabile figurina, che è quasi leggenda. Non si sa come, lo stampo del portiere dell’Atalanta, nell’archivio Panini, non si trovò più e così, per un lungo periodo, la figurina risultò introvabile.
Pier Luigi Pizzaballa, oggi ottantacinquenne, ha confessato, con una punta di umorismo: «Possiedo la mia figurina, me la regalò un professore di Avellino. Se andrò in crisi economica la metterò all’asta, chissà quanto vale». E promette: «Se il cardinale diventerà Papa, gli farò dono della mia figurina introvabile».