Guerra in Medio Oriente

«La bomba atomica su Gaza è una possibilità», ministro israeliano sospeso dopo la terrificante dichiarazione

Amichay Eliahu, responsabile per la Tradizione ebraica, ha accennato alla spaventosa prospettiva durante un’intervista. Il premier Netanyahu: «Parole fuori dalla realtà»

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di Redazione
5 novembre 2023
12:12
Il ministro Eliahu sospeso e il premier Netanyahu
Il ministro Eliahu sospeso e il premier Netanyahu

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha sospeso il ministro per la Tradizione ebraica Amichay Eliahu da tutte le sedute del governo dopo una dichiarazione di Eliahu sulla possibilità di utilizzare la bomba atomica su Gaza, lo ha reso noto l'ufficio del premier. La dichiarazione è stata rilasciata in una intervista ad una radio religiosa il ministro, che è anche un dirigente del partito di estrema destra Potere Ebraico.

È stato uno dei giornalisti della radio Kol Barma, Yaki Adamker, a rilanciare su X i virgolettati. «Non daremmo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte», ha osservato il ministro. «E allora dovremmo sganciare una bomba atomica su tutta Gaza?», gli è stato chiesto. E lui ha risposto: «Questa è una delle possibilità».


Il primo ministro israeliano ha liquidato senza mezzi termini le dichiarazioni di Eliahu. «Sono parole fuori dalla realtà», ha detto il Netanyahu. «Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti e continueremo a farlo fino alla vittoria», ha riportato il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot.

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Per il leader dell'opposizione Yair Lapid, la dichiarazione, arrivata “da un ministro irresponsabile”, è stata “scioccante e folle”.

Dopo la pioggia di critiche, Eliahu ha cercato di ritrattarsi. «È chiaro a chiunque abbia un cervello che le parole sulla bomba atomica erano metaforiche». E poi su X, ha continuato: «Dobbiamo davvero mostrare una risposta forte e spropositata al terrorismo, che chiarisca ai nazisti e ai loro sostenitori che il terrorismo non paga. Questa è l'unica formula con cui le democrazie possono affrontare il terrorismo. Allo stesso tempo, è chiaro che lo Stato di Israele è obbligato a fare di tutto per riportare a casa gli ostaggi vivi e in buona salute».

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