L’operazione tedesca si rafforza: dopo il rilancio di fine luglio e il via libera della Baviera, Mfe apre il secondo periodo di adesione tra il 19 agosto e l’1 settembre
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Pier Silvio Berlusconi
Con il 43,57% di ProSiebenSat.1 certificato dalla Consob tedesca, Mediaset segna un passaggio decisivo nel braccio di ferro per il controllo del gruppo televisivo di Monaco. Dopo il rilancio dell’offerta di fine luglio, che ha alzato il prezzo a 4,448 euro cash più 1,3 azioni Mfe di categoria A per ciascun titolo tedesco, l’Opas si è conclusa il 13 agosto ma la partita non è affatto chiusa. La legge prevede infatti un periodo di accettazione supplementare, che durerà due settimane, dal 19 agosto all’1 settembre. Un secondo round cruciale: l’obiettivo dichiarato del gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi è sfondare la soglia del 45% e consolidare un controllo di fatto sulla prima tv commerciale tedesca.
Alla scadenza del periodo iniziale di adesione, aveva portato i suoi titoli circa il 10,26% del capitale sociale, consentendo a Mfe di salire dal 33,31% al 43,57%. Una quota che, secondo i dati disponibili al pubblico, corrisponde al 43,60% dei diritti di voto. Di fatto Mfe è già il primo azionista, con più del doppio della partecipazione di Ppf, il gruppo ceco che si è fermato al 18,4% e che ora non ha più margini di veto sulle decisioni assembleari. Non solo: il sostegno aperto dell’ad Bert Habets e dell’intero cda di ProSiebenSat all’operazione ha indebolito ulteriormente Ppf, rimasto senza sponde nella governance.
Con il 43,57% Mfe potrebbe già convocare una nuova assemblea, modificare gli equilibri e nominare un management gradito per imprimere la svolta industriale promessa. Il progetto è chiaro: costruire un polo paneuropeo della tv commerciale, concentrare gli asset strategici sui contenuti, cedere le attività considerate non prioritarie e ridurre il debito per avere più risorse da reinvestire. La sfida ora è raccogliere nuove adesioni in queste due settimane, nella prospettiva di annunciare il risultato definitivo il 4 settembre, quando la Bafin, l’autorità di vigilanza tedesca, renderà noto l’esito dell’offerta supplementare.
Intanto, anche sul fronte politico-istituzionale Mfe incassa segnali positivi. Dopo le parole di Pier Silvio Berlusconi per illustrare la ratio industriale del piano, è arrivato il via libera del ministro bavarese dei Media, Florian Herrmann (CSU), che ha lodato il rilancio e le garanzie offerte da Cologno in tema di pluralismo, occupazione e indipendenza editoriale. «L’aumento dell’offerta da parte di Mfe dimostra che ProSiebenSat è un’azienda molto interessante, con grande potenziale per gli investitori – ha dichiarato a Reuters – e che la Baviera è giustamente considerata una delle principali sedi per le imprese dei media». Parole che hanno di fatto blindato l’operazione a livello regionale, aprendo la strada al successivo passaggio federale.
L’incontro atteso a settembre tra Pier Silvio Berlusconi e il ministro di Stato per la Cultura tedesco Wolfram Weimer potrebbe sancire anche il via libera di Berlino. Sarebbe l’ultimo tassello normativo per consentire a Mfe di portare a compimento un progetto coltivato da oltre sei anni, da quando il gruppo italiano fece i primi investimenti nel capitale di ProSiebenSat.
Sul fronte finanziario, l’offerta rilanciata da Mfe ha fissato un corrispettivo complessivo di 8,1 euro per azione, superando la proposta parziale di Ppf ferma a 7 euro. La mossa ha messo il gruppo ceco all’angolo, costringendolo a valutare due strade: alzare la posta per non uscire di scena, oppure trattare direttamente con gli italiani e accettare un ruolo da socio di minoranza in un polo continentale della tv. Se per Ppf la presenza in ProSiebenSat ha natura meramente finanziaria, per Mfe la logica è industriale: un’alleanza editoriale e commerciale che unisca Italia, Germania e altri mercati, con economie di scala e nuove produzioni originali da distribuire in più Paesi.
La Baviera, competente per legge sull’autorizzazione di fusioni e acquisizioni in campo media, ha accolto con favore anche gli ulteriori impegni garantiti da Mfe: tutela dell’identità nazionale tedesca, salvaguardia dell’etica imprenditoriale, rispetto dell’indipendenza editoriale e, soprattutto, protezione dei posti di lavoro. «Sono obiettivi centrali della politica dei media bavarese – ha ribadito Herrmann – anche se la decisione finale spetta a un’autorità indipendente, la BLM, che opera in autonomia dallo Stato».
Giovedì 31 agosto, intanto, ProSiebenSat annuncerà i conti semestrali, che secondo le attese dovrebbero ancora risentire della debolezza del mercato pubblicitario. Non a caso lo stesso Habets aveva presentato in primavera un piano di riduzione dei costi straordinario, con fino a 450 uscite volontarie. Un dato che potrebbe rafforzare la posizione di Mfe, intenzionata a riportare il gruppo tedesco su un sentiero di crescita sostenibile attraverso tagli mirati, sinergie e nuove strategie sui contenuti.
Per Pier Silvio Berlusconi, la partita tedesca ha il sapore di un passaggio storico: da operazione contestata e guardata con sospetto a progetto sempre più riconosciuto a livello politico ed economico. Se l’offerta supplementare porterà nuove adesioni e se Berlino seguirà la scia di Monaco, il traguardo del 50% non apparirà più lontano. E la tv commerciale europea a trazione italiana, a lungo un sogno, potrebbe finalmente prendere forma entro la fine dell’anno.