Il conflitto

Guerra in Medio Oriente, le incognite di un’offensiva israeliana via terra mentre Gaza già brucia

L’annunciata invasione della Striscia da parte dell’esercito della Stella di Davide potrebbe non essere così scontata. La strage all’ospedale, gli altissimi rischi che comporta l’operazione militare e le pressioni Usa contro questa ipotesi rappresentano elementi di analisi ineludibili

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di Giusy Criscuolo
18 ottobre 2023
10:05
Le immagini dell’ospedale colpito a Gaza
Le immagini dell’ospedale colpito a Gaza

L’attacco di terra sembra ormai vicino, ma Israele potrebbe rivalutare questa opzione, se non altro per ciò che comporterebbe in termini di attacco un’offensiva via terra. Sull’operazione che potrebbe mettere Israele nelle condizioni di dover affrontare una guerra regionale sono numerosi i leader che appoggiano la Stella di Davide, riconoscendole il diritto di difendersi, ma con qualche riserva. Adesso anche gli alleati più vicini chiedono moderazione nella risposta e questo perché se la difesa diventasse spropositata rispetto all’offesa ci sarebbe il rischio di passare dalla parte del torto. Mancano poche ore per la visita del presidente Joe Biden al primo ministro Benjamin Netanyhau, e lo stesso ha già fatto presente la sua preoccupazione in caso di una risposta eccessiva. 

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Le proiezioni sull’operazione via terra sembrano più che mai realistiche e l’intenzione di agire non manca, ma nella mattinata del 17 ottobre, il portavoce militare israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, avrebbe dichiarato ai giornalisti che l’esercito è ancora
in evoluzione per le prossime fasi della guerra e che un’incursione di terra completa potrebbe non essere più l’opzione primaria: «Tutti parlano dell’offensiva di terra, ma potrebbe essere qualcosa di diverso. Noi non stiamo parlando dei nostri piani. L’opinione pubblica sta inculcando lo stesso concetto nella testa di tutti, ma forse non è così che potrebbe svilupparsi l’operazione». Questa dichiarazione arriva nel momento in cui potrebbe ulteriormente esacerbarsi la situazione con il fronte Nord (Libano) con la Cisgiordania, la Siria con le sue milizie sciite e l’Iran che non aspetta altro, se non dare luce verde alle sue enclavi sparse per il Medio Oriente.


Nel mentre il numero dei palestinesi uccisi attraverso i raid aerei sale a oltre 3.200, numero aggiornato dopo l’attacco all’ospedale di Gaza City in cui si parla di 500 morti, anche se bisogna attendere questa mattina per verificare l’effettivo numero dei deceduti. Bombardamenti, quelli di questi giorni, che hanno causato eventi trasversali provocando ancora più decessi. I feriti sono oltre 11.000 e se l’acqua e la luce non dovessero essere rispristinate o se i corridoi umanitari dovessero essere ancora bloccati, i feriti potrebbero trasformarsi in morti certi. Questo, perché anche le cure sanitarie si fermerebbero ad un mero primo soccorso, senza l’utilizzo di sale operatorie o di attrezzature mediche operative.

L'ospedale colpito sarebbe quello battista anglicano Al-Ahli nella Striscia di Gaza, ma dalle immagini di questa mattina ad essere colpito sarebbe stato il parcheggio dell'ospedale. Israele nega l’attacco e l'esercito israeliano attraverso il suo servizio di intelligence ha affermato che a colpire non sarebbe stato Hamas, ma il gruppo terroristico del Jihad Islamico, ritenuto responsabile di numerosi lanci di razzi ieri sera tra cui questo. Il lancio sarebbe stato definito difettoso. Tuttavia, l'esercito israeliano ha affermato che i suoi servizi di intelligence dimostrano che il gruppo militante palestinese del Jihad islamico sarebbe il reale responsabile, dichiarando che i lanci sarebbero partiti da una zona non molto distante dall’ospedale.

La risposta dell’IDF alla stampa

Il portavoce dell'IDF in una dichiarazione ai media stranieri sull'esplosione nell'ospedale di Gaza ha dichiarato: «Non c'è modo di sapere cosa sia successo alla velocità con cui l'organizzazione terroristica di Hamas ha reagito diffondendo la notizia. Dov'è il cratere che avrebbe dovuto essere creato se fosse stata una munizione aerea? Non c'è stato alcun fuoco israeliano in mare, in aria o a terra nell'area. Abbiamo rilevato lanci di razzi da un'area vicino all'ospedale e ci sono due filmati che mostrano il lancio fallito che si è schiantato nel complesso dell'ospedale. Non ci sono crateri e nessun danno alle pareti dell'ospedale come accade con una bomba aerea». Nella sua dichiarazione, il portavoce dell'IDF ha anche presentato una conversazione tra terroristi del Jihad Islamico, in cui ammettono che l'esplosione è stata causata da un razzo dell'organizzazione lanciato dall'area del cimitero di Gaza. Le foto in effetti ritraggono la zona esterna del complesso e la foto scattata questa mattina non mostrerebbe crateri da impatto aereo.

Il timore di un’operazione via terra su vasta scala

Parlando con esperti militari, si evince che un’operazione via terra potrebbe non essere la soluzione più rapida e immediata, perché con le macerie create dal crollo dei palazzi, la poca conoscenza delle mappe locali, Israele durante l’assalto di terra, potrebbe affrontare imboscate e attacchi operati dai combattenti di Hamas che conoscono, al contrario, la collocazione precisa dei tunnel sotto Gaza. Tunnel che si collegano al di fuori di Gaza e verso il Sinai e nei quali sono stati trasportati per decenni mezzi militari e armamenti, ma che in questo momento vengono ben nascosti ai civili per eventuali fughe.

Le truppe sono ormai al confine, così come i mezzi militari ma l’IDF sembra ancora prendere tempo, questo perché probabilmente si teme un allargamento del conflitto a livello regionale o perché potrebbe esserci una rimodulazione dei piani con più fasi di attacco, con un movimento di piccole truppe a scaglioni. Questo perché nonostante i continui raid aerei, Hamas non ha mai smesso di colpire gli insediamenti e il territorio israeliano con i suoi razzi. Cosa che è stata ed è possibile solo attraverso gli innumerevoli tunnel che sono stati scavati negli anni sotto la Striscia e che oggi permettono ai terroristi di Hamas di potersi districare al meglio.

Difatti, come accaduto anche in altri conflitti nel Medio Oriente, in particolare su Gaza, i razzi sono ben nascosti e sarebbero pronti a colpire al momento giusto. La stessa Aman (intelligence militare israeliana) e l’IDF sarebbero a conoscenza del fatto che il labirinto di tunnel sotto la striscia sarebbe dotato di numerosi generatori elettrici, sale di intelligence e rifornimenti per le milizie terroriste di Hamas. Energia che potrebbe essere usata per aiutare i civili allo stremo.

Le stesse Forze Speciali durante i propri addestramenti, così come gli addestramenti militari semplici, definiscono gli ambienti urbani i più ostici e complicati da gestire, perché le incognite potrebbero essere ovunque. E mentre l’IDF decide come muoversi, le “cariche” più importanti di Hamas vengono eliminate dai raid aerei israeliani, così come Ayman Nofal, comandante armato di Hamas. La notizia sarebbe stata data dallo stesso canale della Brigate Izz al-Deen al-Qassam, l’ala armata dell’Organizzazione terroristica. Nofal è stato membro del consiglio militare superiore delle Brigate Izz al-Deen al-Qassam, ed era responsabile dell'area centrale di Gaza nel braccio armato.

L’incontro con Biden di oggi potrebbe dare una svolta al conflitto, anche se dopo l’attacco all’ospedale di Gaza, la Giordania annulla il vertice a quattro previsto per oggi dove avrebbero dovuto partecipare il presidente degli Stati Uniti, il Re Abdullah II, Abu Mazen e il presidente egiziano al-Sisi. Nel mentre l’Iran twitta in ebraico “Il tempo è scaduto”.

 

Giornalista
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