L’immagine, rilanciata dal gruppo Facebook del Santuario di Santa Rita di Milano, immortala un momento semplice e spensierato. Ma oggi assume un sapore profetico: il futuro Leone XIV accanto alla copia in scala del luogo dove, oltre cinquant’anni dopo, avrebbe iniziato il suo pontificato
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Uno scatto in bianco e nero, due giovani sorridenti, una miniatura alle spalle che riproduce con fedeltà la basilica di San Pietro. E un dettaglio che oggi fa vibrare l’immaginazione: uno dei due, allora poco più che trentenne, è Robert Francis Prevost, il nuovo papa Leone XIV. La fotografia, datata 1971, è stata scattata a Minitalia, all’interno del parco divertimenti Leolandia di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo. L’altro ragazzo ritratto accanto a lui è Padre Lenzi, amico fraterno e compagno di vocazione, che ha condiviso quella giornata estiva nella Bergamasca con il futuro pontefice.
L’immagine è riemersa sui social poche ore dopo l’elezione al soglio pontificio ed è stata pubblicata dal gruppo Facebook del Santuario di Santa Rita di Milano. A rilanciarla è stato lo stesso parco, che negli anni Settanta era conosciuto solo come “Minitalia” e proponeva un viaggio simbolico tra le riproduzioni in scala dei principali monumenti italiani. Tra questi, ovviamente, la basilica di San Pietro, che fa da sfondo allo scatto diventato virale. «Per noi è un grande onore poter condividere questa fotografia – ha commentato Giuseppe Ira, presidente di Leolandia – che da semplice ricordo si è trasformata in una testimonianza preziosa e inaspettata. È un’occasione per unirsi idealmente al messaggio di pace e all’augurio di un futuro migliore espressi dal Santo Padre nel suo primo discorso».
Lo scatto, nato come una semplice memoria di viaggio, è diventato in poche ore una sorta di icona laica. Il giovane Prevost, allora religioso agostiniano di passaggio in Italia, sorride davanti alla riproduzione del luogo che cinquant’anni dopo sarebbe diventato il cuore della sua missione pastorale. Un gioco del destino, forse. O semplicemente uno di quei cortocircuiti che solo la storia e la fede riescono a trasformare in racconto.
La presenza di Padre Lenzi, figura conosciuta e amata nella diocesi milanese, dà ulteriore peso all’immagine. È stato lui stesso, infatti, a pubblicare la foto e a raccontarne il contesto: una gita spensierata, la sorpresa di trovarsi in un angolo d’Italia che raccoglieva in scala ridotta i simboli di un’intera civiltà, e la semplicità di due amici che non avrebbero mai immaginato che uno di loro, un giorno, sarebbe stato chiamato a guidare la Chiesa universale. «Ricordo quel giorno con affetto – ha dichiarato – e non smetto di sorprendermi nel rivedere ora quella foto, con tutto ciò che rappresenta. Robert aveva già allora lo sguardo sereno e deciso di chi sa ascoltare».
La storia di Leone XIV, primo papa statunitense ma con solide radici italiane, continua così ad arricchirsi di episodi che ne sottolineano l’umanità, il legame con l’Italia e la capacità di suscitare empatia. Non solo tra i fedeli, ma anche in chi oggi guarda quella foto e sorride. Perché la fede, come i ricordi, è fatta anche di coincidenze che diventano segni. E una basilica in miniatura può, con il tempo, trasformarsi in premonizione.