La storica collaboratrice del presentatore scomparso accusa l’ex moglie di intromettersi in affari privati: «Parole di pessimo gusto che nulla hanno a che vedere con la sua memoria». L’avvocato Jacopo Pensa: «Valuteremo nuove azioni dopo l’intervista a Verissimo»
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La vita pubblica di Pippo Baudo si è conclusa il 16 agosto, ma la sua eredità continua a catalizzare attenzioni, polemiche e scontri. Dopo i ricordi commossi e le celebrazioni del “Pippo nazionale”, ora il dibattito si sposta su un terreno delicato: il testamento, le ultime volontà e i rapporti personali coltivati dal conduttore fino agli ultimi giorni. Ed è qui che si consuma il nuovo atto di una vicenda che ha già il sapore di un dramma familiare e mediatico.
A scuotere le acque è stata Katia Ricciarelli. L’ex moglie di Baudo, in diverse interviste, ha parlato apertamente di come Pippo avrebbe gestito il suo patrimonio e dei criteri con cui avrebbe scelto di beneficiare alcune persone a lui vicine. Parole che hanno scatenato la reazione di Dina Minna, la collaboratrice storica che da 35 anni condivideva con Baudo ogni fase della vita: successi televisivi, momenti privati, le fatiche della malattia e i giorni di maggiore fragilità.
La reazione non è stata solo emotiva. Minna, attraverso il suo avvocato Jacopo Pensa, ha deciso di passare alle vie formali. «Confermo che è stata fatta una diffida nei confronti della signora Katia Ricciarelli – ha dichiarato Pensa –. La mia assistita è esasperata da questi continui interventi. Interferisce su questioni che non la riguardano e si permette di dare giudizi sui criteri adottati da Pippo nel suo testamento. Allora i figli cosa dovrebbero commentare? Parliamo di cose ridicole, di pessimo gusto e che entrano nei rapporti privati tra Pippo e la sua collaboratrice, che lo ha seguito per 35 anni in ogni circostanza».
Il legale sottolinea che la diffida non è un gesto isolato, ma un segnale preciso di insofferenza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’intervista già registrata da Katia Ricciarelli per Verissimo, in onda sabato 13 settembre. «Mediaset sa che c’è una lamentela – ha aggiunto Pensa –. Vedremo come sarà trasmessa l’intervista e decideremo. Se ci saranno affermazioni offensive o denigranti per Minna o per la memoria di Baudo, reagiremo in maniera congrua. Non permetteremo che la dignità della mia assistita e di Pippo venga messa in discussione».
Dietro le quinte, il malessere è forte. Dina Minna, rimasta accanto a Baudo per gran parte della sua vita, rivendica un ruolo che non vuole vedere svilito né banalizzato. È stata lei a gestire quotidianamente le esigenze del presentatore, a proteggerlo nei momenti difficili, a condividere gioie e cadute di tono. Non una semplice collaboratrice, ma una presenza costante, quasi familiare, che oggi si trova al centro di un dibattito pubblico che rischia di travolgere tutto.
L’avvocato Pensa parla di «intrusioni inaccettabili» da parte di Ricciarelli, sottolineando come queste dichiarazioni rischino di alterare la percezione stessa della memoria di Baudo. «Quando si parla di un testamento, la delicatezza dovrebbe essere la prima regola – ha ricordato –. Invece assistiamo a esternazioni che nulla hanno a che vedere con il rispetto. È normale che chi ha avuto un legame con Pippo senta il bisogno di esprimersi, ma c’è un confine che non può essere superato: quello della dignità».
Il rischio, evidente, è che il ricordo di Baudo venga oscurato da una sequenza di querele, diffide e dichiarazioni velenose. Una prospettiva che turba molti, anche dentro il mondo dello spettacolo, dove la figura del “Pippo nazionale” resta un simbolo intoccabile. «La famiglia non si tocca», ha ribadito più volte Minna, rivendicando il rispetto di un rapporto umano che non si può ridurre a battute televisive o a interpretazioni giornalistiche.
Sul piano legale, gli sviluppi sono ancora tutti da scrivere. La diffida contro Katia Ricciarelli è un primo passo, ma non l’ultimo. Molto dipenderà da ciò che emergerà nell’intervista di Verissimo, che si annuncia già come un nuovo capitolo della vicenda. Se dalle parole dell’ex moglie dovessero arrivare riferimenti diretti ritenuti lesivi, le conseguenze potrebbero sfociare in azioni giudiziarie più dure.
In questo scenario, la memoria di Pippo Baudo rischia di trasformarsi in terreno di scontro. Non è solo questione di eredità economica, ma di eredità simbolica: chi ha il diritto di parlare a suo nome, chi può davvero rappresentare ciò che Baudo è stato per la televisione italiana e per la sua cerchia più intima. È qui che le parole diventano pietre, e che la linea tra ricordo e offesa si fa sempre più sottile.
Il “dopo Pippo”, dunque, non è solo celebrazione. È conflitto, diffide, avvocati e polemiche. Con un finale ancora tutto da scrivere, tra carte bollate e interviste tv.