In questi giorni, molti sussurrano come siano troppi i propagandati voti (circa una inscalfibile cinquantina) in dote al Cardinal Parolin. Difatti, commenta e domanda un anonimo: «Se fosse così, quale bisogno c'è di ribadirlo sempre e comunque, anche quando non vi è motivo di discussione? Sembra più un bluff che una certezza».

Dare torto a tal costui è difficile - e non disveleremo se è porporato, 'violaceo' (vescovo, ovviamente) oppure laico- epperò avanza come l'alta marea, implacabile ed inarrestabile, la schiera degli outsider, pronti a fare fronte unico, comune e compatto, se si trovasse la quadra su un nome, incluso in una cinquina già circolante (citarne i nomi è di cattivo gusto, benché siano tutti auspicabili e degnissimi).

In più, la Congregazione Generale Cardinalizia, ha dovuto affrontare l'imbarazzante presenza del cileno Cardinal Cipriani Thorne, arcivescovo Emerito di Lima (Perù), privato delle insegne del suo rango per vicende afferenti la pedofilia.
Difatti, come se nulla gli fosse accaduto o gli fosse stato contestato, si è presentato scortato con cotanto autista, lasciando gli astanti confratelli tra il basito, lo sconcerto e l'imbarazzo.
Ovviamente, tutto, all'ombra del 'Cupolone'