Inizia oggi il viaggio di LaC News24 tra i manieri della Calabria in vista delle Giornate nazionali dei castelli del 10 e 11 maggio prossimi. 

Aggrappato su un colle, domina tutta la scena. Maestoso, solenne, invadente allo sguardo. Edificio che ben si sposa con il contesto naturale dentro il quale è adagiato, sotto un cielo senza margini e poco distante dalla costa ionica che tratteggia il bordo della Calabria. Il castello di Squillace, in provincia di Catanzaro, non passa inosservato. Che sia nel perimetro di un'inquadratura, sulla tela di un pittore, in una cartolina spedita da un turista o nel volo delle rondini che arrestano temporaneamente la loro corsa per sostare sulle sue mura, il gigante di pietra continua imperterrito a riservare alla bellezza un'appropriata occasione per mostrarsi. Costruito dalla mano dell’uomo, il monumento appare in grado di pareggiare i conti con la natura e con la sua facoltà di stupire gli occhi della gente. 

L'imponente struttura venne edificata dai Normanni nella seconda metà dell'XI secolo, a compimento della campagna di conquista contro i Bizantini che erano riusciti ad imporsi sul territorio regionale per oltre cinque secoli. Il periodo normanno è, per la comunità di Squillace, particolarmente florido dal punto di vista amministrativo, politico e religioso. Dal 1256 al 1485 il castello, infeudato per la prima volta nel XIII secolo, passò sotto il controllo di diverse famiglie (i Lancia, i Monfort, i Del Balzo, i Marzano) per poi finire nelle mani di Federico I di Napoli e successivamente dei Borgia che, per mancanza di eredi, conclusero il loro dominio nel 1729. Il castello finì quindi sotto il controllo della famiglia De Gregorio. Nel 1783, il terribile terremoto che colpì la Calabria non risparmiò la struttura situata nell'entroterra catanzarese ed eretta sopra una necropoli del V – VI secolo.

In tempi recenti, lo storico edificio, soggetto a numerose modifiche nel corso dei secoli da parte delle diverse signorie, ha vissuto un momento di forte notorietà a seguito del ritrovamento di due scheletri durante una campagna di scavi. Le loro mani intrecciate e la particolare posizione assunta hanno fatto subito pensare ad un mistero, alla scoperta di una coppia di amanti. Tuttavia secondo alcuni studi le due figure sarebbero due guerrieri morti durante uno scontro.

Sotto il profilo architettonico, la struttura ricalca il modello normanno e si caratterizza per la presenza un grande torrione rettangolare. Ad essere scelto come materiale principale per la costruzione del castello fu il granito. Nell'intento di proteggere la torre dagli attacchi dei nemici, venne edificato un muro difensivo. Durante il periodo di Federico II venne inoltre rinforzato il torrione, allargato il perimetro del castello e aggiunta una torre poligonale. Nuove modifiche furono poi introdotte dagli Angioini e, in conclusione, dai Borgia.