La kermesse punta a diffondere testi classici, moderni e contemporanei di poesia, teatro, e narrativa, pubblicati nei dialetti o nelle lingue minori della Calabria e di altre regioni
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34 reading di poesia e prosa dialettale, 13 comunicazioni affidate in buona parte a professori universitari, e, in più, momenti di teatro e musicali. È l’articolato e ricco programma della prima edizione della Fiera della letteratura in dialetto e nelle lingue minori che, promossa ed organizzata, in collaborazione con il Comune di Cosenza, dall’associazione culturale “I Tridici Canali”, sarà ospitata al Museo dei Brettii e degli Enotri a partire da martedì 30 settembre e fino a giovedì 2 ottobre.
È il primo evento del genere che si tiene a Cosenza ed intende valorizzare e diffondere testi classici, moderni e contemporanei di poesia, teatro, e narrativa, pubblicati nei dialetti o nelle lingue minori della Calabria e di altre regioni. Autori ed editori, critici e filologi, compagnie teatrali, musicisti, librai saranno protagonisti degli eventi delle tre giornate, animate da conferenze, reading, musica popolare, rappresentazioni teatrali, spazi espositivi. Il programma e le finalità dell’evento sono stati illustrati nella Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Mimmo Frammartino, dal presidente dell’associazione “I Tridici Canali” prof. Francesco Calomino, presenti anche la segretaria dello stesso sodalizio, Maria Luigia Campolongo, e la consigliera delegata del Sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza.
L’iniziativa – è stato spiegato - nasce con l’intento di valorizzare e dare visibilità a quella vasta e spesso trascurata produzione letteraria che si esprime nei dialetti e nelle lingue minoritarie, sia calabresi che appartenenti ad altri territori italiani. La letteratura in dialetto è un patrimonio culturale profondo, capace di restituire voci autentiche, memorie collettive, saperi tradizionali e nuove forme di sperimentazione artistica. Essa rappresenta una risorsa essenziale per comprendere la complessità identitaria delle comunità locali, rafforzare il legame con le radici e stimolare un confronto culturale tra generazioni e territori.
Il professor Francesco Calomino ha ricordato che saranno presenti oltre venti autori, diverse case editrici attive nella promozione della letteratura dialettale e dieci esperti di rilievo nazionale e internazionale, tra cui i professori John Trumper, Francesco Altimari e Luciano Romito dell’Università della Calabria e il prof. Tassoni dell’Università di Pécs. Il presidente della Commissione Cultura Mimmo Frammartino ha sottolineato dal canto suo come «la tre giorni sia stata pensata e quasi inventata dall’associazione “I tridici canali” che manifesta questo grande attaccamento alle nostre tradizioni culturali non da adesso, ma da molti anni e la nostra istituzione non può che essere ovviamente grata a chi offre questo percorso».
Ancora il professor Calomino ha ricordato che una parte significativa dell’evento sarà dedicata anche ad autori che figurano tra i fondatori dell’Associazione “I Tridici canali” e che sono purtroppo scomparsi (Franco Del Buono di Fiumefreddo Bruzio, Franco Nigro Imperiale di Cosenza e Ferruccio Greco di Cerisano). Non mancheranno testimonianze dal Savuto, dal Tirreno e dallo Jonio. Antonietta Cozza, che si è fatta fin da subito interprete convinta del progetto, ha sottolineato come «l’idea, già condivisa e approvata con il sindaco Franz Caruso, rappresenti un’opportunità preziosa per riportare al centro del dibattito culturale la pluralità linguistica che anima la storia e il presente del nostro Paese. Valorizzare la letteratura in dialetto e nelle lingue minoritarie significa restituire dignità e visibilità a forme espressive che hanno contribuito e continuano a contribuire in modo determinante alla costruzione del nostro immaginario collettivo. È un modo per includere, per custodire la memoria, per parlare al futuro con le parole del passato, senza nostalgia ma con consapevolezza».