La XXII edizione di Corigliano Calabro Fotografia prende avvio con un programma che unisce esposizioni, incontri, presentazioni e un forte dialogo tra gli autori e la comunità. La conferenza stampa tenuta dal direttore artistico Gaetano Gianzi e dall’assessore al turismo Costantino Argentino ha delineato i punti centrali di una rassegna che nel tempo è diventata parte stabile della vita culturale cittadina.

Le mostre sono visitabili già da ieri fino al primo febbraio negli spazi del Castello Ducale di Corigliano, luogo scelto per il suo valore simbolico e per la sua capacità di accogliere percorsi espositivi variegati. Un arco temporale ampio che consente a cittadini e visitatori di vivere l’esperienza anche nei giorni delle festività, proseguendo fino a dopo l’inizio del nuovo anno. Gianzi ha descritto l’incarico fotografico dedicato alla città come uno degli elementi più significativi della rassegna.

Ogni autore, nel corso delle ventidue edizioni, ha interpretato Corigliano Rossano secondo sensibilità, esperienze e metodi differenti, costruendo una testimonianza continua che attraversa paesaggi, persone e tradizioni.

Il direttore parla di un rapporto profondo: «L’incarico per fotografare la nostra città ha rappresentato tutti i vari aspetti sia paesaggistici che antropologici. È un legame indissolubile tra il fotografo e la città».

Un lavoro che ha trovato spazio anche in un volume edito da Rubettino dedicato ai venti anni della rassegna. «Invito a richiederlo perché ci sono ancora molte copie ed è un documento che credo dovrebbero avere tutti».

Torna il concorso sui borghi

Il festival presenta esposizioni che raccolgono opere provenienti da diversi territori, con autori che interpretano esperienze, volti, storie e memorie. Accanto alle mostre principali, come ogni anno saranno organizzate le letture portfolio, occasione rivolta in particolare a chi muove i primi passi e desidera confrontarsi con professionisti del settore. Gianzi ha ricordato la presenza di un premio in denaro destinato a sostenere la partecipazione. Torna anche il concorso sui borghi e sui paesaggi, che negli scorsi mesi ha coinvolto numerosi partecipanti e che darà vita a una mostra dedicata.

A questo si aggiunge la selezione internazionale che propone scatti da più parti del mondo, con opere che affrontano temi sociali, culturali e ambientali attraverso punti di vista differenti. Prosegue inoltre il premio legato al libro fotografico, giunto alla sesta edizione, che negli anni ha valorizzato lavori capaci di raccontare contesti e storie attraverso il linguaggio dell’immagine.

Un momento centrale l’appuntamento di ieri, con Carlo Braschi che ha presentato il suo volume “Alle origini di un’arte infingarda: la fotografia”. L’incontro, ospitato sempre al Castello Ducale, ha accompagnato l’apertura della mostra. Un’occasione che ha offerto al pubblico un approfondimento sul percorso dell’autore e sulle riflessioni che accompagnano il suo lavoro.

Nel corso della conferenza di presentazione, Gianzi ha ricordato come la scelta dei soggetti da parte dei fotografi resti libera e guidata dalla sensibilità individuale. «Ogni anno un autore, secondo il suo modo di fotografare, realizza immagini che riflettono la sua visione. Nei ventidue anni del festival si sono alternati tanti fotografi, ciascuno con intuizioni diverse».

Nel tempo c’è chi ha raccontato la pesca e l’agricoltura, chi si è soffermato sulle mura, sulle pietre e sulle forme del passato, chi ha seguito le storie delle persone che abitano il territorio. Un patrimonio che cresce per stratificazione e che rende visibile il rapporto tra arte e comunità.

Il valore del festival per la città di Corigliano Rossano

Il festival assume quest’anno una collocazione temporale che amplia la sua funzione. L’assessore Argentino ha parlato dell’importanza di aprire la rassegna nel periodo delle festività, collegandola alla strategia di destagionalizzazione portata avanti dall’amministrazione comunale. «Il festival ha un valore immenso per la città di Corigliano Rossano. È uno dei grandi eventi che la città ospita. Quest’anno assume un valore ancora maggiore perché si è data la possibilità di destagionalizzare. Avremo un festival che apre nel periodo delle feste, nel ponte dell’Immacolata, e questo per noi è molto importante».

Tra le novità, Argentino ha annunciato una passeggiata prevista l’8 dicembre lungo via Roma, durante la quale saranno esposte installazioni fotografiche sui palazzi cittadini. «Ci sarà una passeggiata dove avremo modo di vedere installazioni sui palazzi della città, installazioni fotografiche ovviamente. Queste novità ci rendono orgogliosi».

L’assessore ha sottolineato che l’evento è sostenuto attraverso il bando dedicato agli appuntamenti culturali, strumento ormai consolidato che permette di valorizzare chi opera sul territorio e di promuovere iniziative capaci di attrarre pubblico.

Argentino ha poi rivolto un invito diretto ai cittadini e ai visitatori: «Invito tutti non solo a visitare le mostre, ma a vivere questi giorni all’interno della nostra città e del nostro centro storico». Un invito che mette in evidenza il valore dell’incontro, della partecipazione e del coinvolgimento collettivo che il festival desidera generare.

La XXII edizione di Corigliano Calabro Fotografia conferma una continuità che negli anni ha contribuito alla crescita culturale del territorio. La scelta degli autori, le opere presentate, gli eventi collaterali e l’apertura al pubblico costruiscono un percorso che unisce il patrimonio storico agli sguardi contemporanei. La fotografia diventa strumento per osservare e interpretare la città, per riportare attenzione sui luoghi e sulle persone, per mantenere vivo un dialogo che si rinnova ogni anno.