La serata a Serra San Bruno ha alternato momenti di riflessione a letture toccanti tratte dai testi dello scrittore interpretati con profonda intensità dal figlio
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Si è svolto ieri sera, nella suggestiva cornice di Piazza Monumento, nel cuore del centro storico di Serra San Bruno, il secondo appuntamento della rassegna Serreinfestival, dedicato quest'anno alla figura di Sharo Gambino, nel centenario della sua nascita.
Al centro dell’incontro – seguito da un pubblico numeroso e partecipe – ''Fischia il sasso'', romanzo emblematico dello scrittore calabrese, riproposto recentemente in una nuova edizione dalla casa editrice Rubbettino in occasione dell'anniversario. Un’opera che rappresenta una spietata quanto ironica requisitoria contro il fascismo, vista e narrata attraverso gli occhi limpidi, ma implacabili, di un bambino.
Nel microcosmo di una cittadina calabrese, lontana geograficamente ma non ideologicamente dal cuore dell’Impero, il giovane protagonista – trasparente alter ego dell’autore – osserva, assorbe e restituisce, con sarcasmo disarmante, il teatro grottesco della propaganda, delle uniformi, degli slogan. Una satira potente e tagliente, che non fa sconti.
L’incontro si è snodato attraverso diversi momenti intensi, tra cui la lettura di poesie tratte da “Fischia il sasso” e da altre opere di Gambino, interpretate con partecipazione e sensibilità dal figlio, Sergio Gambino, visibilmente commosso e capace di trasmettere al pubblico un’emozione autentica e condivisa.
A discutere dell’opera e dell’eredità intellettuale di Sharo Gambino sono intervenuti Antonino Ceravolo, dirigente scolastico dell’Istituto ''Einaudi'' di Serra San Bruno, Armando Vitale, direttore artistico del festival, Sergio Gambino, scultore oltre che figlio dello scrittore, e Domenico Romano, giovane studente di Simbario, che ha dedicato la sua tesina di terza media a un articolo di cronaca firmato da Gambino su un omicidio.
Il festival prosegue questa sera, spostandosi in Piazza della Chiesa Matrice, sempre a Serra San Bruno.