L’evento, in cui non sono mancate show cooking, talk e musica, ha avuto come intento quello di raccontare il territorio attraverso la tipica pietanza a base di carne e grano
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Si è conclusa la seconda edizione del Festival della Cuccìa, l’evento voluto e promosso dall’Amministrazione comunale di Casali del Manco e dalla sindaca Francesca Pisani, che quest’anno ha ribadito con forza l’obiettivo di raccontare il territorio attraverso tutto il buono che custodisce. A cominciare dalla cuccìa, piatto identitario, radicato nella cultura locale, a base di grano e carne, che arriva da lontano e dalla terra, simbolo di abbondanza e di memoria.
Dopo il confronto di sabato 4 ottobre, durante il talk “La cuccìa tra passato e futuro”, che ha visto protagonisti gli attori del territorio impegnati nella promozione turistica, insieme a voci autorevoli come Maurizio Pescari, giornalista e scrittore, e Michelangelo D’Ambrosio, presidente Slow Food Calabria, la manifestazione – si legge in una nota stampa dei promotori - si è conclusa con uno show cooking: sotto lo stesso tetto, nel centro storico di località Pedace, la signora Nina, custode della memoria gastronomica del borgo, ha spiegato come si faceva la cuccìa una volta, quando il grano si metteva in ammollo per giorni e poi si portava al forno del paese: «Oggi si prepara in casa, con il gas e il forno elettrico - ha detto - ma una volta il senso della comunità era anche questo: condividere il forno».
Accanto a lei, Carmelo Fabbricatore della Federazione italiana cuochi, insieme al prof. Roberto Filippelli e agli allievi dell’Istituto Alberghiero Mancini, ha reinterpretato la cuccìa con nuove tecniche e nuove visioni, dimostrando come anche i piatti della tradizione possano trovare spazio e dignità nella ristorazione moderna. Fabbricatore ha portato in scena tre varianti della cuccìa, impiattate secondo un’estetica contemporanea, a mo’ di tortino: una versione vegetariana a base di peperoni, melanzane e zucchine; una a base di carne, una sorta di cuccìa scomposta con le cotiche servite a parte; e infine una versione dolce, con canditi, zeste di limone e cioccolato.
A seguire, la proiezione di “Sogna, Immagina, Vivi” - produzione Artefatto Film per la regia di Alessio Falbo - una piccola storia, più che un video promozionale: il sogno di un bambino che prende i colori dell’altopiano silano.
Intanto – prosegue il comunicato - le stradine del centro storico di località Pedace si sono riempite del profumo della cuccìa - preparata sia con carne di maiale che di capra - e delle voci di chi ha degustato i vini delle aziende del percorso enologico nato grazie all’impegno di una viticoltura eroica. A chiudere il festival, la musica. La prima serata ha visto protagoniste le performance di Antonio Grosso e Fabio Curto; stavolta, invece, è stato “Sasà Calabrese Trio” a far cantare ed emozionare tutti sulle melodie dei grandi cantautori italiani. La voce e gli aneddoti di Calabrese, accompagnati dal piano di Fabio Guagliardi e dalla batteria di Tarcisio Molinaro, hanno catapultato il pubblico di Casali del Manco in un viaggio fatto di italianità e memoria. Quella memoria – conclude la nota- da cui è partito il festival, l’inizio e l’obiettivo finale. Recuperare per non perdere: i ricordi, le ricette e tutto il buono che c’è.