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di Giuseppe Mancini
3 febbraio 2024
17:50

Calvari, edicole votive e cappelle in mezzo al verde: in Calabria piccoli monumenti simbolo della devozione popolare

VIDEO | Disseminate in tutta la regione, sono tante e particolari strutture davanti alle quali un tempo ci si riuniva spesso per pregare. L'esperto: «Lo scopo era di sacralizzare il luogo in cui venivano costruite, ma erano usate anche come segnaletica»

Storie

Camminando per le strade della Calabria è facile notare ovunque significativi esempi di devozione di fede popolare, rappresentati dalle edicole votive e dalle cappelle rurali. Li ritroviamo negli incroci, in cortili privati, sui muri delle case, in aperta campagna. Si tratta di piccole strutture architettoniche religiose cristiane, legate alla cultura locale tramandata nei secoli.

In Italia ve ne sono molte e sono diffuse specialmente al Sud. A testimonianza della profonda religiosità della gente comune che li ha realizzati. Intrisi di matrice cattolica fanno parte della tradizione della regione Calabria.


Sono manufatti di diverse forme e dimensioni al cui interno vi è un’immagine sacra, dove specialmente in passato ci si riuniva in preghiera.

 

«Lo scopo era di sacralizzare il luogo dove venivano ubicate, poiché vi si attribuivano connotazioni particolari legate alla fede– spiega Domenico De Luca, 27 anni,  giornalista, storico e scrittore – Questi piccoli edifici venivano eretti anche come ex voto per uno scampato pericolo e per situazioni spiacevoli quali epidemie, carestie, eventi bellici, terremoti. In Calabria sono d’esempio quelle dedicate al terremoto del 1783, 1905 e 1908 o ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. In contesto urbano venivano costruite in segno di protezione a ridosso delle mura della città, in luoghi particolari per la vita pubblica della collettività o in ricordo di luoghi di culto ormai scomparsi dalla rete viaria. Invece, per quanto riguarda il contesto rurale venivano utilizzate per consentire ai braccianti agricoli presenti sul territorio di avere un luogo di culto vicino dove recarsi a pregare, senza spostarsi dagli impegni lavorativi della campagna. Inoltre, venivano utilizzate come segnaletica, spesso erano punti di sosta di viandanti, ubicate in prossimità di incroci, luoghi di confine, vie principali o per indicare percorsi religiosi per raggiungere Santuari».

 

La volontà di realizzare questi piccoli monumenti nasce da tradizioni antichissime. Già i romani usavano affiggere fuori dalle abitazioni riquadri raffiguranti divinità o collocare un cippo agli incroci delle strade principali, quale segno identificativo del confine e a protezione dall’attacco di entità malevole.

«Dopo la fine del Paganesimo e l’avvento dall’epoca Cristina, tutto si è incentrato sulla fede cattolica – chiarisce De Luca –. Già dal Medioevo abbiamo affermazioni importanti di questo tipo di culto. Dopodiché, la maggior parte delle costruzioni oggi presenti risale a un periodo compreso tra la fine del 1600 e la metà del secolo scorso. Sul nostro territorio vi sono sparse ovunque piccole edicole votive e autentiche cappelle. Si possono trovare vari tipi di costruzioni: nicchie, tabernacoli, sacelli, croci, steli e colonne votive. In Calabria un esempio particolare sono i Calvari, tipici del Mezzogiorno italiano, ma anche della Spagna. Nella nostra regione si trovano modelli caratteristici nell’area del vibonese. Sono costruzioni notevoli, formate da un tempietto collocato a margine di un centro abitato, a simboleggiare il Golgota che era fuori Gerusalemme. Queste strutture, a rappresentazione della Passione di Cristo, sono composte da tre nicchie, sormontate da croci e recintate da un perimetro sacro».

 

Questi piccoli edifici di culto raccontano storie legate alla tradizione popolare e religiosa della comunità. Talvolta, impreziositi da decorazioni, rappresentano autentici capolavori artistici. Purtroppo, ai nostri tempi, molti risultano in stato di abbandono e andrebbero riqualificati. A tal fine, la Calabria può disporre di oltre 32 milioni di euro, risorse destinate alla regione nell’aprile 2022 dai fondi Pnrr, volti a sostenere progetti di valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati, pubblici e del terzo settore. Strutture storiche che caratterizzano il territorio, tra cui precisamente le edicole votive e le cappelle rurali. [Foto e video di Domenico De Luca]

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