Dal cuore di lattine alle installazioni urbane, il creativo racconta il suo stile tra recupero, omaggi al passato e nuovi progetti pensati per portare l’arte calabrese in Italia e in Europa. LaC Storie apre il suo scrigno magico
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Non chiamatelo artista. Chiamiamolo Testa di Latta. «Si abusa un po’ troppo del termine artista. Io sono un creativo, perché creo delle cose che non necessariamente devono essere artistiche». La tela che ha tra le mani lascia intravedere una parte ancora bianca, ma pian piano sta prendendo colore. Saverio Caracciolo (QUI LA PUNTATA) punta il suo obiettivo verso Rocco e la sua prossima creazione: uno scorcio della città di Catanzaro in cui il suo stile è arricchito dall’ispirazione a Gaudì.
«Per me l’arte è una dimensione, una bolla nella quale accadono delle cose. Da queste cose si costruisce qualcosa che nella sua concretezza può essere portata all’esterno e presentata agli altri.» Rocco Del Franco si approccia all’arte fin da bambino, dipingendo, disegnando, sperimentando diverse forme artistiche (incluse danza e musica). Una grande varietà di stili e discipline, che però mette da parte in età adulta causa lavoro. Da quando inizia a lavorare come assistente di volo, per sette anni si chiude in un’altra bolla, quella lavorativa, questa volta sacrificante e molto impegnativa. Una bolla che non lascia spazio alla creatività. Ma come tutte le bolle, prima o poi scoppia, punta dalla scintilla che piano piano sente accendersi nuovamente: la necessità di ritornare all’arte. «Mi ero donato totalmente a un’azienda, non avevo tempo per me. Iniziai a sentire la necessità di costruire la mia persona, a costo di dover fare i conti con i problemi economici che ne sarebbero derivati.»
Lascia il lavoro e si concentra così sulla fotografia, sul video making, sui graffiti, sulle lattine. Sul suo mondo. Parte tutto per gioco. Sulla scia di un progetto già esistente in Spagna, realizza delle tele che mettono in risalto i modi di dire calabresi da “Arrivau u sbertu” a “Manchicani!” facendo delle installazioni al centro di Catanzaro. Da qui viene notato, diventa oggetto di notizia, la sua arte inizia a circolare suscitando curiosità.
E Testa di Latta fu: la sua installazione di partenza è un grande cuore formato da diverse lattine rosse ed esposto nella Piazzetta della Libertà. Seguono altre sculture realizzate con tutto ciò che trova in giro (tappi di plastica, bottiglie trovate sulla spiaggia, materiali di scarto). Un ottimo metodo per dare alla creazione artistica anche un valore di sostenibilità e cura ambientale. «Il mio mondo artistico è formato da tanti stili, tanti pezzi, tanti colori.» Tante cose diverse che si intrecciano per creare qualcosa di nuovo. Così accendini del vecchio secolo, lattine del ‘92, antichi oggetti arrivati dal Portogallo o dall’Africa, dimostrano come la creatività possa rendere immortale e attuale quello che convenzionalmente si considera datato.
«Ho perfezionato il mio stile nel tempo, tra tanta frustrazione generata dagli errori. Ma gli errori sono necessari quando si vuole riscoprire delle parti di sé che si è tenute nascoste per dedicarsi a un lavoro meccanico, reiterativo, come fare l’assistente di volo.» E così Rocco sperimenta: dalle bombolette spray, ai pennarelli; dalla tela, alle lattine. E da poco ha integrato anche il digitale, superando una certa riluttanza nei suoi confronti perché considerato “un vizio”. Adesso lo usa per creare delle bozze che lo aiutino a visualizzare meglio l’idea prima di concretizzarla con i metodi tradizionali nell’opera finita. Dalla mappatura digitale alla creazione da artigiano, il lavoro di Rocco è fatto di ricerca e cura dei dettagli. E la sua prima scultura di lattine non poteva che essere un peperoncino, simbolo della terra che ha imparato ad amare dopo anni di viaggi per il mondo, realizzata per l’evento catanzarese “La Notte Piccante” del 2024.
Immancabile il paragone con "U Ciaciu" vale a dire, Saverio Rotundo, eccentrico e geniale fabbro, inventore e artista catanzarese, famoso per aver trasformato ferraglia e oggetti di recupero in opere d'arte. «Mi è dispiaciuto molto non averlo conosciuto di persona. Ho scoperto il suo mondo, molto simile al mio per quanto riguarda il riutilizzo, e mi sono chiesto cosa ne sarebbe potuto uscire fuori da una conoscenza. Ma mi piace pensare che questa non conoscenza sia un ponte tra passato e futuro.»
Due sono le cose fondamentali per il Rocco artista e persona: la sua gattina Frida e la sua ragazza Simona, con cui ha aperto in passato una galleria nel centro storico di Catanzaro. Rocco non aveva realizzato quanto la sua arte fosse apprezzata fin quando non ha visto l’affluenza dei visitatori proprio nella galleria. Per lui che ha sempre vissuto tra Barcellona e Catanzaro, il paragone tra le due città è facile. E in una realtà piccola e per diversi aspetti non molto aggiornata come Catanzaro, scoprire tanta curiosità nei confronti dell’arte è stata una bella sorpresa. Rocco riconosce che, sebbene non sia facile, con la piccola rete di artisti che sta nascendo in Calabria, si stanno facendo molti passi in avanti da questo punto di vista.
Rocco ha ancora diversi progetti nel cassetto e si augura di trovare i mezzi per dar loro vita. È anche vero che non si sarebbe aspettato di riuscire a lavorare di arte in Calabria, eppure eccolo qui, dopo un periodo di sei mesi continuativi in Spagna che gli hanno fatto aprire gli occhi sugli aspetti negativi all’estero e su quelli positivi della sua regione. In un tempo in cui il flusso migratorio va dall’interno verso l’esterno, Rocco va controcorrente tornando in Calabria e attingendo dalle esperienze artistiche che vive in Spagna per arricchire il lato artistico-culturale del Meridione italiano, perché «io continuo a esporre i miei quadri in una galleria del centro storico di Barcellona, ma ricevere supporto e apprezzamento lì è quasi scontato date le molteplici possibilità offerte. Il vero successo è riuscirci qui”. Ma Rocco ha anche un’altra ambizione: portare lo stile che ha interamente concepito qui - quello del mosaico con i materiali di scarto - nel resto d’Italia e in Spagna, a dimostrazione di quanto anche la Calabria possa arricchire il resto del mondo.


