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di Anna Foti
20 settembre 2022
16:19

I luoghi di Calabria nello sguardo e nel tratto geniale di Maurits Cornelis Escher

L’artista e incisore olandese, durante la sua permanenza in Calabria tra il 1930 e il 1931, realizzò una serie di disegni che arricchiscono il patrimonio di opere ispirate ai nostri borghi e ai nostri paesaggi

Storie
Pentedattilo (1930) di Maurits Cornelis Escher
Pentedattilo (1930) di Maurits Cornelis Escher

Mosaici in chiaroscuro, geometrie regolari e irregolari e poliedri, rappresentazioni visive in bianco e nero. Ecco come anche i paesaggi della Calabria diventano ispirazione e poi opere dell’artista, incisore e grafico olandese, Maurits Cornelis Escher, noto per le sue costruzioni impossibili, frutto di un inedito e originale setaccio dell’infinito.

Il suo sguardo, il suo tratto e le tassellature del piano e dello spazio plasmano, tra il 1930 e 1931, i borghi arroccati e i panorami cullati dal mare in Calabria: la roccia a forma di cinque dita, dove si intravedono le vie sono popolate da fascino e mistero, la fiumara di Stilo con la valle che l’attraversa e la Cattedrale che la sovrasta, il Castello di Palizzi che domina case e viottoli e il Castello Ruffo di Scilla che guarda alla Marina da una parte e a Chianalea, dall’altra. Poi ancora Morano Calabro, Rocca Imperiale, Santa Severina e Tropea. Questa la Calabria ritratta nelle sue opere, sintesi ineguagliabile di geometria, visione e fantasia, tra le quali si annoverano le celebri Mani che disegnano (1948), Cielo e acqua I (1938) nella quale spiccano l’alternanza di luce e ombra e il gioco tra gli elementi vitali dell’aria e dell’acqua in cui pesci nel mare diventano uccelli nel cielo, Salita e discesa (1960), nel quale file di persone popolano una scala avvolta e che a sua volta avvolge un ciclo infinito.


Escher e la Calabria

Escher arriva in Italia nel 1922, anno in cui si reca anche in Spagna (Madrid, Toledo, Granada). Si ferma fino al 1936. Il suo viaggio e la sua permanenza nel Belpaese segnano la sua esistenza in modo profondo. Nel 1930, il primo punto di approdo in Calabria, attraversando il golfo di Sant’Eufemia, è Pizzo a bordo di una nave partita da Napoli. Ma il suo viaggio non si ferma qui e scendendo a Sud, lungo il mar Tirreno, scopre Tropea, Nicotera, Bagnara, Palmi, Scilla e costeggiando la punta dello Stivale arriva a Gerace e Stilo per poi risalire dalla costa jonica e approdare a Monasterace, Bova Marina, Melito Porto Salvo e alle pendici dell’Aspromonte. In sella ad un mulo, in questi luoghi ai margini ma di assoluta bellezza, raggiunge paesi e borghi tra Palizzi a Pentedattilo. Poi risalendo la Calabria, arriva a conoscere anche Santa Severina, Crotone, Catanzaro, Cariati, Rossano, Morano Calabro e Rocca Imperiale.

Il rapporto tra Escher e la Calabria è stato al centro di una mostra di grande successo allestita a Catanzaro tra il novembre 2018 e il gennaio 2019 nel complesso monumentale del San Giovanni, intitolata “Escher, la Calabria, il mito”. Curata da Federico Giudiceandrea, tra i massimi esperti dell'artista olandese, e Domenico Piraina, direttore del Palazzo Reale e del settore Promozione culturale della Città di Milano, l’esposizione era stata promossa dal Comune di Catanzaro con il Gruppo Arthemisia, il contributo della Regione Calabria e in collaborazione con la M.C. Escher Foundation.

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