Tra le iniziative presentate al Salone Internazionale del Libro di Torino, vi è “La Vita nel racconto della vite”, un progetto editoriale promosso da BIMED – Salerno (Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo), con il quale il Presidente Andrea Iovino ha coinvolto numerose scuole italiane, inserendole nel percorso, già sperimentato, della staffetta di scrittura creativa. Una scuola per ciascuna regione e un suo vino. Una per ciascun racconto che compone la raccolta, in un viaggio letterario e simbolico, dove la vite diventa metafora di vita, radici e futuro oltre che di legame, crescita e memoria.

A rappresentare la Calabria, e la propria Comunità scolastica, l’IISS di Diamante-Praia a Mare, guidato dalla Dirigente Scolastica Elena Gabrielli. Due le classi protagoniste del progetto: la classe prima del Tecnico Agrario e la prima dell’Indirizzo Socio-Sanitario, coordinate, per lo svolgimento dell’attività, dai Docenti Ernesto Astorino, Angelo Morrone e Maria Stella Fabiani.
Nello specifico, il progetto della scuola calabrese è nato, altresì, da una collaborazione con l’Associazione culturale Cerillae, da anni attiva nella promozione della storia del territorio e delle eccellenze locali. L’incipit è stato firmato dal direttore di LaC News24 Franco Laratta, giornalista e scrittore, che ha dato l’avvio a una narrazione condivisa che intreccia memoria, cultura e impegno per la valorizzazione del territorio.

Protagonista del racconto, a partire dal titolo, è il Chiarello di Cirella, vino storico citato dalle fonti sin dalla fine del 1400, mentre l’ambientazione, che fa da sfondo alle vicende, è l’evento “Calici sotto le stelle”, organizzato ogni anno dall’Associazione Cerillae, presieduta da Alessia Ricioppo.
Al centro della narrazione, una storia di Restanza – rappresentata dalla giovane protagonista femminile che sceglie di restare, nel suo paese di nascita, per dedicarsi alla produzione del Chiarello – e di Ritornanza – incarnata dal giovane ragazzo che ama e da cui è riamata, il quale torna alle sue origini, dopo un periodo di lontananza, vissuto in una grande città del Nord Italia. Entrambe le scelte si realizzano proprio grazie al valore culturale e alle potenzialità economiche del Chiarello, simbolo di identità e di rinascita del territorio tra resilienza e trasformazione, tra passato e futuro.

Il progetto, nel suo complesso, ha permesso agli studenti italiani di confrontarsi con la scrittura in modo collaborativo, sviluppando competenze linguistiche, narrative e relazionali. “La Vita nel racconto della Vite” è molto più di una Storia scritta a più mani: essa è, infatti, comunità, memoria condivisa e speranza. Un esempio di come la scuola possa essere laboratorio di futuro, con la parola come strumento di crescita, confronto e bellezza, ovvero di cittadinanza attiva.