VIDEO | Il nuovo sodalizio, “Speranza nostra” tradotto in italiano, nasce con l'intento di custodire il patrimonio storico, artistico e linguistico delle comunità di etnia minoritaria presenti in Calabria e di costruire ponti interculturali tra territori
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Che siano i giovani a difendere il passato è roba che conta. Non capita sovente che proprio i ragazzi decidano di prendersi cura della memoria, delle radici e dell'identità. Eppure accade. Raramente ma succede. Ed è così che la storia si mette al riparo, trova un posto sicuro dove rifugiarsi per continuare ad esistere.
A Vena di Maida, piccolo centro di origine albanese ricadente nel comune di Maida, è stata da poco costituita l'associazione "Shpresa jonë" (Speranza nostra) con l'intento di valorizzare la cultura arbëreshë e promuovere il dialogo tra territori. Un sodalizio che da Vena rivolge il proprio sguardo al Mediterraneo ed oltre, per costruire ponti interculturali, in uno spirito di integrazione, rispetto e bellezza condivisa.
«L'associazione nasce per volere di un gruppo di ragazzi che intendono valorizzare la cultura arbëreshë ma non solo - ha affermato il presidente Domenico Casalinuovo -. Vogliamo occuparci anche delle altre minoranze etnico-linguistiche della Calabria, come la cultura occitana e la cultura grecanica, guardare alle culture del Mediterraneo e del mondo. Il nome "Shpresa jonë" (Speranza nostra) fa capire che le nostre radici sono la nostra speranza. Abbiamo tanti progetti in cantiere, tra cui alcune serate con canti, balli e musiche arbëreshë. Abbiamo inoltre l'intenzione di avviare laboratori linguistici e culturali anche in collaborazione con le scuole ed altri enti del territorio. Vogliamo portare la nostra cultura in tutta la Calabria».
Quello di Vena è un antico borgo dell'entroterra calabrese in cui sono tuttora visibili tracce storiche, artistiche e linguistiche ereditate dalla Terra delle Aquile e custodite nel corso dei secoli. Un cartello bilingue, con scritte in italiano e in arbëreshë, è il benvenuto che attende chiunque varchi il suo ingresso. Una realtà piccola ma preziosa. Che, grazie ad un gruppo di giovani, oggi può contare su un presidio culturale in più. Uno spiraglio aperto su un passato destinato a diventare futuro.