L’inchiesta

Gestione illecita dei depuratori, il Sindacato balneari: «Vogliamo giustizia, pronti a costituirci parte civile»

Il Sib commenta la recente operazione dei carabinieri: «Le nostre attività spesso finite nella gogna dei più per ipotizzabili scarichi a mare abusivi, laddove invece c’erano meccanismi ben più gravi e apparentemente inspiegabili»

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di Redazione Attualità
9 marzo 2024
09:09

«Siamo particolarmente soddisfatti e ci complimentiamo pubblicamente per l’operazione dei Carabinieri coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro contro la gestione illecita dei depuratori nelle 5 province calabresi, una operazione che conferma quanto da anni sosteniamo e denunciamo circa la salute del mare e delle nostre coste». Lo dichiara, in una nota, la giunta regionale del Sindacato italiano balneari (Sib) Calabria.

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«In particolare, dall’inchiesta – prosegue – emergono reati di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture: reati che da anni si perpetrano e ripercuotono anche sulle attività commerciali soprattutto quelle che operano sulle coste calabresi».


«Così come la Regione Calabria e Legambiente, la giunta regionale del Sib Calabria (Sindacato Italiano Balneari) ha deciso di valutare la costituzione come parte civile nel procedimento aperto dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro per chiedere che venga fatta giustizia – si afferma nella nota –. Da sempre gli stabilimenti balneari rappresentano la sentinella del mare per tale motivo chiediamo giustizia per chi, come noi e i nostri associati, da anni, subisce questi gravissimi reati, con conseguenti danni materiali, personali e commerciali, oltre che di immagine».

«Dallo scempio della “maladepurazione” e del gravissimo e conseguente inquinamento ambientale, ne escono compromessi i nostri mari, la flora e la fauna, la salute della nostra popolazione specie dei soggetti più fragili, anziani e bambini – continua il Sib –. Per anni abbiamo subito la balneabilità “a singhiozzo” di diverse aree costiere, le misteriose macchie di liquami a infangare la salute e la reputazione dei nostri mari. Oltre che delle nostre attività balneari, spesso finite nella gogna dei più per ipotizzabili scarichi a mare abusivi, laddove invece c’erano meccanismi ben più gravi e apparentemente inspiegabili».

«Difenderemo strenuamente le nostre coste, i nostri mari, la nostra salute e reputazione, nella speranza che la Calabria possa definitivamente fare il salto verso una nuova stagione della legalità, in cui l’ecosistema e la salute del cittadino siano al centro degli interessi regionali, fattori indissolubili alla crescita economica e sociale del territorio», conclude.

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