Gestione illecita dei depuratori in Calabria, così risparmiavano inquinando l’ambiente: 17 arresti - NOMI
VIDEO | Cinque i pubblici amministratori indagati, diciotto complessivamente le misure cautelari. Sei le società sottoposte a sequestro per un valore di dieci milioni
Sono 18 le persone colpite da misura cautelare (4 in carcere, 13 ai domiciliari e un obbligo di firma) e 34 i depuratori in tutta la Calabria interessati dell'odierna indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro. Le ipotesi di reato contestate sono inquinamento ambientale, frode in pubblica fornitura, traffico illecito di rifiuti. Sei le società sottoposte a sequestro per un valore di 10 milioni di euro.
Agli arresti (in carcere) i titolari delle società che gestivano i depuratori. Secondo quanto ricostruito nell'ambito delle indagini, le società si sarebbero aggiudicate le gare d'appalto con ribassi, in un caso del 54%, che non avrebbe consentito lo svolgimento effettivo del servizio. Sarebbe stato omesso il servizio di manutenzione degli impianti determinando sversamento delle acque reflue. Inoltre, sarebbero stato falsificati i formulari per lo smaltimento dei rifiuti e pagati da parte delle amministrazioni servizi nei fatti non eseguiti dalle società assegnatarie degli appalti.
In relazione al reato di frode in pubblica fornitura coinvolti responsabili degli uffici tecnici di alcuni comuni, indagati nell'ambito dell'inchiesta.
In particolare su 34 impianti di depurazione sarebbe stata accertata la mala gestione, su 11 di questi è ipotizzato il reato di inquinamento ambientale con conseguenti sversamenti nei fiumi, mare e terreni circostanti. Un caso particolare riguarda il depuratore di Montepaone dove alla foce del fiume Beltrame nel golfo di Squillace sarebbero stati rilevati valori di inquinamento delle acque più del doppio di quelle normali. Altre irregolarità sono state riscontrate al depuratore di Caraffa di Catanzaro, autorizzato anche allo smaltimento delle acque reflue provenienti dagli 34 oggetto di accertamenti. Secondo quando emerso, le acque non sarebbe state trattate e smaltire correttamente bensì sversate nei corpi idrici e nei terreni circostanti.
Le misure cautelari
In carcere:
- Mario Minieri, 62 anni, di Catanzaro;
- Giuseppe Minieri, 35 anni, di Catanzaro;
- Saverio Minieri, 33 anni, di Catanzaro;
- Giuseppe Donatello Valentino, 50 anni, di Catanzaro
Ai domiciliari:
- Vincenzo Papalia, 43 anni, di Rosarno;
- Ilario Serianni, 37 anni, di Catanzaro;
- Giuseppe Passafaro, 56 anni, di Borgia;
- Raffaele Passafaro, 23 anni, di Catanzaro;
- Antonietta Campisano Vescio, 46 anni, di Lamezia Terme;
- Gioacchino Rutigliano, 39 anni, di Curinga;
- Andrea Talarico, 35 anni, di Maida;
- Davide Bartucca, 41 anni, di Filadelfia;
- Domenico Rosariano, 39 anni, di Catanzaro;
- Francesco Pungitore, 48 anni, di Curinga;
- Giuseppe Bongarzone, 36 anni, di Amaroni;
- Ernesto Lento, 62 anni, di Lamezia Terme;
- Ruggero Vincenzo Talarico, 60 anni, di Lamezia Terme
Obbligo di firma:
- Giovanni Passafaro, 33 anni, di Maida.
Le parole di Capomolla
«Si tratta - ha detto in conferenza stampa il procuratore ff Capomolla - di un'attività di indagine che ha riguardato numerosi reati: inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, attività organizzata nel traffico di rifiuti.
Sono profili di carattere tecnico che attengono alla materia dell'impianto di depurazione, sia il trattamento delle acque sia il trattamento rifiuti. Ecco perché sono stati richiesti interventi di gruppi specializzati dei carabinieri come il Comando per la Tutela ambientale e la sicurezza energetica e il Comando per la Tutela forestale e dei parchi. È stato cosi possibile fare approfondimenti che hanno consentito di inquadrare tutto in un contesto associativo che è rappresentato dalla strategia imprenditoriale della società che gestivano i depuratori in tutti e cinque le province calabresi, gestivano nella prospettiva di non svolgere tutto ciò che era nei contratti d'appalto con risparmi che erano a discapito della tutela dell'ambiente».