Decreto Caivano, il Governo ha scelto la scorciatoia facile. La risposta non è il carcere

L'esecutivo ha scelto senza un’analisi preventiva ben sapendo che così tali risposte sono destinate a fallire. Essendo del tutto inapplicabili e per certi aspetti anche illegittime

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di Franco Laratta
8 settembre 2023
08:00
Parco Verde di Caivano, Ansa
Parco Verde di Caivano, Ansa

Il carcere! La risposta del governo è il carcere, sempre il carcere e anche l’inasprimento delle pene. Una risposta rozza che ha solo effetti mediatici, cioè una risposta che serve per l’immediato.

Nulla più. Allo stesso modo di quando il governo manda per un giorno 400 poliziotti a Caivano. E il giorno dopo?


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Il carcere da solo non basta

Sarebbe interessante sapere se i ministri prima di scrivere le ultime norme abbiano valutato gli obiettivi e l’impatto che le stesse norme avranno. Prima di fare un decreto è assolutamente necessario uno studio accurato, fatto da una commissione di esperti che valuti attentamente la problematica che si intende affrontare.

Il decreto appena approvato dal governo nasce nel frettoloso tentativo di rispondere ai drammatici fatti di Caivano, in particolare sugli abusi sessuali commessi da minorenni. Qui come in altre città italiane, con sempre più frequenza e sempre più violenza.

I reati sessuali sono veramente  abominevoli, intollerabili, ma basta aumentare la pena e prevedere il carcere per i ragazzini? Sarà questo un deterrente? Certo che no.
È chiaro che questo governo sta prendendo facili scorciatoie, ben sapendo che queste non portano da nessuna parte.

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Prevenzione: serve un'educazione affettiva

Dov’è la prevenzione in questo decreto? Certo, la prevenzione richiede tempo, tanto tempo, risorse adeguate, un’accurata azione politica e culturale. Ma è la sola possibilità che ha nelle mani un paese civile.
Quando ci occuperemo, parlando dei nostri ragazzi, di educazione affettiva, di formazione della personalità e della capacità di riuscire a gestire le proprie emozioni? E dei servizi di salute mentale ormai in smantellamento, ne vogliamo parlare? E del rapporto genitori-figli non diciamo nulla?

Il governo ha scelto la risposta emotiva e confusa del carcere ai ragazzini, senza un’analisi preventiva, senza obiettivi chiari, ben sapendo che così tali risposte sono destinate a fallire. Essendo del tutto inapplicabili e per certi aspetti anche illegittime.

della scuola cosa ne vuole fare il governo? Un esecutivo serio e un Parlamento responsabile avrebbero cominciato proprio dalla scuola. Invece nulla, anzi peggio: carcere ai genitori dei ragazzi che non vanno a scuola.
Ma vi pare seria questa risposta? Il carcere, la risposta è sempre e sbrigativamente il carcere, fingendo di non sapere che la giustizia e il carcere sono da tempo al collasso. E che il carcere per i ragazzi avrebbe effetti assolutamente devastanti.

In Calabria si chiudono le scuole

A proposito di scuola, in Calabria cosa si fa?

È pronto il Piano di dimensionamento scolastico previsto dalla Legge di bilancio, con il rischio di tagli devastanti. Nelle aree meno popolate gli istituti scolastici dovranno avere almeno 600 studenti, mentre dovranno essere almeno 1000 gli studenti nei comuni con almeno 15mila abitanti.  Ciò significa che moltissime scuole calabresi saranno senza dirigente scolastico, senza direttore amministrativo, senza personale, senza uffici. Ci sarà solo qualche bidello. Nulla più.

Uno scempio che renderà ancora più deboli e abbandonate a sé stesse molte istituzioni scolastiche del territorio.
Ma l’importante è che sia previsto il carcere. Più carcere per tutti. E tutto il resto può aspettare.

di Franco Laratta
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