La situazione di Gaza è raccapricciante. La notizia della morte sotto i bombardamenti di 9 fratellini, uno solo si è salvato, figli di una pediatra, toglie il respiro. È la rappresentazione della tragedia di un popolo che muore sotto le bombe e per fame nella sostanziale inerzia del mondo cosiddetto libero e civile.
In una fase dove si moltiplicano gli scontri fratricidi non si conosce dove stia la civiltà. Il progresso, lo sviluppo economico non sono sinonimi di libertà e civiltà soprattutto quando prevalgono intollerabili egoismi.

Più c’è benessere e più si alzano barriere alla pietà. C’è ricchezza e una povertà umana. I colonialismi,gli sfruttamenti furono la cifra della sopraffazione e delle violenze.
Oggi prende consistenza un neo colonialismo dove lo sfruttamento ritorna sotto altre forme e i tanti focolai vengono alimentati da potenze che hanno interesse di essere presenti. Le fonti energetiche, le “terre rare” sono state e sono gli elementi scatenanti di tanti conflitti.

Chi immaginava che la globalizzazione con i vari G potesse assicurare equilibri fra i popoli ha dovuto registrare che in quei consessi internazionali hanno prevalso le scelte economiche. Nessun governo del mondo, quindi, ma il sorgere di nuove potenze in una cornice internazionale sempre più deformata.

È possibile che Netanyahu non possa essere fermato nel suo disegno di distruzione e così Hamas che con la strage del 7 ottobre 2024 apri una nuova “edizione” di violenza? Più la democrazia e la partecipazione popolare arretrano difronte il ritorno dei nazionalismi, delle autarchie con la sequele di satrapi e despoti, più il mondo è insicuro. Si è sconfitto il nazifascismo, il comunismo ma ritornano con gli antichi strumenti di disegni egemoni e della sopraffazione. Dove c’è un uomo solo al comando o collaudate oligarchie nelle Nazioni tutto è incerto.

In questo momento a chi ci si affida? Negli USA con Trump la democrazia non gode di buona salute per non parlare di Putin che è riuscito a essere la sintesi tra la Santa Russia degli Zar e dell’Unione Sovietica. Xi Jinping osserva e agisce in sottofondo con abilità. Altre potenze in via di sviluppo si riscaldano. L’Europa non c’è, è un contenitore di nazionalismi. Si parla a sproposito quando si invoca la integrazione politica.

Con i trattati Maastricht, Lisbona e l’allargamento veloce e poco meditato si è fatta la scelta di una area commerciale bloccando ogni percorso politico.
Parlare di difesa comune, allocare 850 miliardi è un inganno. Non ci sarà mai una difesa comune europea. Infatti la Germania ha il progetto con il dovuto finanziamento, per un esercito il più forte fra quelli europei.


L’Europa in una situazione così tormentata e disadorna non ha politica.
La Von der Leyen non ha carisma e gli altri sono monadi che si muovono senza un disegno, ma su impulso di tanti interessi disomogenei che allontanano il sogno di una Europa unita! 

In questo scenario solo le sofferenze dei popoli potranno rilanciare il valore della democrazia con la libertà e la giustizia, che oggi languono. I popoli sono maturi per sconfiggere ogni tipo di autarchia, vera o mimetizzata, rivendicando il diritto alla scelta del perseguimento del bene comune e condannando i privilegi. Il grande astensionismo nei Paesi democratici deve trasformarsi in consenso per restaurare i valori democratici, insieme a Libertà e Giustizia.