Oggi , 14 ottobre si celebra il diciottesimo anniversario dalla nascita del Partito Democratico, il soggetto di centro sinistra che ha riunito la maggior parte dei partiti del vecchio ulivo. Da quel 14 ottobre 2007 quando i Democratici di Sinistra e La Margherita decisero di fondersi in un unico partito, sono cambiate molte cose in Italia e nel centrosinistra in generale.

La nascita di un soggetto unitario si era già ipotizzata a partire dalle elezioni europee del 2004, quando l'area del centro sinistra aveva presentato il soggetto “Uniti nell'ulivo”, che è risultata essere la lista italiana più votata con oltre il 30% delle preferenze.

Dopo aver guidato o sostenuto numerosi governi, In ordine: Prodi II, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte II e draghi, il PD si trova a navigare in acque agitate, spesso percepito come una forza più di governo che un solido progetto politico in grado di interpretare pienamente le istanze sociali e di mantenere una chiara linea politica.

Premetto di essere un grande sostenitore della coalizione di centrosinistra di cui orgogliosamente faccio parte come militante, ma la domanda che spesso mi pongo è se il se il PD, che agli occhi di tutti 18 anni fa doveva essere l'innovazione della sinistra e della politica italiana, sia mai riuscito a diventare davvero il "partito forte".

Sicuramente uno dei punti cardine della crisi del partito democratico è sicuramente quello della debolezza dei risultati che molto spesso si vede a livello locale, specie in Calabria.

Se in origine era nato per superare le divisioni del passato, il partito è spesso apparso come un'insieme di correnti e fazioni piuttosto che un soggetto unitario.

Per carità, le correnti sono simbolo di democrazia e salute in un partito, ma molto spesso non fanno altro che dividere ulteriormente.

Spesso, diversi opinionisti sottolineano un progressivo allontanamento del PD dal mondo del lavoro e dai ceti popolari, con l'abbraccio a un pensiero neoliberale che, secondo taluni, ha mostrato i suoi limiti nella difesa dei diritti e nella lotta per la giustizia sociale. In un momento storico molto importante con le nuove generazioni che trattano queste tematiche quasi quotidianamente.

Il mio pensiero è che La sua vocazione di “Forza governativa” , ha esposto numerose volte il PD a pesanti critiche. L'aver sostenuto governi di larghe intese o tecnici (come il governo Draghi), pur in nome della stabilità nazionale, ha contribuito a indebolire la percezione di essere una chiara alternativa alle forze conservatrici.

L'elettorato, in più occasioni, ha premiato partiti con posizioni più radicali o populiste, evidenziando la difficoltà del PD e del centro sinistra in generale a costruire un'alternativa di governo convincente e coesa.

Se parliamo metaforicamente, i 18 anni rappresentano la “ maggiore età” di una persona, rappresentano la maturità nelle decisioni e nelle scelte, e penso che il PD debba ripartire proprio da quest'ultime, perché dal partito maggiore dipende il futuro di una coalizione intera.

Penso anche che debba ispirarsi, così come tutta la coalizione ad iniziative di democrazia diretta, che non siano solo le primarie per la scelta del segretario ( unico partito ad averle adottate in Italia) , ma che i militanti e gli elettori possano scegliere le iniziative che i loro rappresentanti nel parlamento, nei consigli regionali e nei comuni devono adottare.