Un profilo alto, qualificato e competitivo quello dell’accademico pentastellato di Scala Coeli che, per convenienza, comodità, necessità, finalmente dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) tenere unito uno sconquassato, lento, litigioso e larghissimo centro sinistra calabrese
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La travagliata scelta finale per la guida della Regione Calabria, del centro sinistra calabrese, ricaduta sul prof. Pasquale Tridico che ha davvero dato spazio alla riflessione prima di accettare la sua discesa in campo, considerato il fatto che - pur essendo venuto meno uno dei dogmi fondanti dei 5 stelle che imponeva a chi venisse eletto in un consesso, di concludere la legislatura in quel consesso, piuttosto che rilanciare candidandosi in un altro consesso – soltanto poco più di un anno fa, fu eletto come europarlamentare a Strasburgo-Bruxelles dove ha finora svolto un egregio lavoro. Tuttavia, mi preme specificare che nel caso del Professor Tridico - a differenza ad esempio di altri europarlamentari candidati in altre Regioni - non c’è stata “premeditazione politica” alcuna ma, soltanto spirito di servizio e amore per la sua terra, non fosse altro per il fatto che le elezioni regionali calabresi non erano prevista per scadenza naturale di fine legislatura, essendo state indette per dimissioni anticipate e spiazzanti del Presidente eletto), senza dubbi di sorta, ha rotto gli schemi del passato in modo dirompente.
Un profilo alto, qualificato e competitivo quello dell’accademico pentastellato di Scala Coeli (CS) che, per convenienza, comodità, necessità, finalmente dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) tenere unito uno sconquassato, lento, litigioso e larghissimo centro sinistra calabrese, finora sempre trainato dal libico PD regionale ed ora, eccezionalmente e, per la prima volta in assoluto, a guida pentastellata, con front man il Professore di Roma tre. Scelta quest’ultima, senz’altro dipesa dalla gestione di equilibri ben più ampi di quelli regionali, che vedono le forze politiche nazionali di opposizione a questo Governo (con PD e 5 stelle in testa) e i loro leader nazionali (Schlein e Conte), preparare il terreno coalizionale, per fronteggiare al meglio la Meloni nell’altrettanto complessa partita delle elezioni politiche dell’autunno 2027 e, che vedono appunto le regioni chiamate al voto, come ideale terreno sperimentale per capire se il cosiddetto campo largo potrà davvero funzionare. Scelta che tuttavia, ha creato appunto uno sbilanciamento dei pesi di forza sul territorio calabrese (pur considerando la debolezza del partito democratico calabrese ma, tenendo comunque conto dei signori delle preferenze che tuttavia quel partito ancora esprime) e, una discrasia tra partiti sempre più deboli e leader sempre più imprescindibili, chiamati a compiere missioni al limite del possibile, nella guida di coalizioni sempre più larghe, diverse e a tratti innaturali. Ciò premesso, mi preme rilevare brevemente alcuni aspetti riguardo la scelta del candidato pentastellato.
La candidatura di Pasquale Tridico, appare come una chance irripetibile nella sua peculiarità, per una Calabria addormentata ed ormai assuefatta che, non partecipa al voto da svariati anni. Ed è proprio sulla partecipazione al voto che si gioca questa partita: più è alta la partecipazione al voto, più Tridico ha chance di spuntarla sull’uscente dimissionario, il forzista Occhiuto, senz’altro fiaccato dall’indagine in corso e dal fuoco amico o meglio dire, dal fuoco degli alleati (dove per individuarlo e spegnerlo non servono i droni) ma, comunque in vantaggio sul terreno della campagna elettorale; più è bassa la partecipazione al voto, meno possibilità ha Tridico di battere Occhiuto. Volendo rappresentare lo scenario elettorale in termini percentuali, se più del 50% degli aventi diritto, si presenteranno alle urne il prossimo 5-6 ottobre, il professor Tridico avrà concrete possibilità di battere Occhiuto e sovvertire i pronostici. Viceversa, se il dato della partecipazione al voto, si attesta come nelle due ultime tornate (pur consumatesi a poca distanza l’una dall’altra, a causa della prematura scomparsa della compianta Presidente Santelli), al di sotto del 50 % degli aventi diritto, il prof. Tridico non avrà chance alcuna di battere Occhiuto. Tutto questo per un ordine di ragione:
Il professore ordinario di politica economica ed economia del lavoro a Roma Tre, già Presidente INPS e “padre” del reddito di cittadinanza, prestato alla politica, avrà la straordinaria possibilità di muovere consenso d’opinione; di creare nuova connessione sentimentale (ormai sopita) tra politica e cittadini; di suscitare curiosità partecipativa attorno alla sua persona, che incrementerebbe il voto libero rispetto ai classici politici meridionali, più avvezzi a rastrellare consenso meramente clientelare. In un contesto elettorale dove ormai da svariati lustri, il primo partito è quello del non voto (con un calo vertiginoso e preoccupante negli ultimi 10 anni), portare più gente possibile alle urne, seppur il poco tempo a disposizione (si ricorda che mancano un mese e una manciata di giorni al voto) rende l’impresa non facile, è l’unica strada da battere. Un altro aspetto positivo che mi preme sottolineare, vedendo le ultime due tornate regionali e, raffrontando i voti di opinione rispetto alla cronicizzata bassa partecipazione, che hanno riscosso gli allora outsider Tansi prima (elezioni regionali 2020), De Magistris dopo (elezioni regionali 2021), un “sussulto elettorale” ci fu, seppur poi disperso, considerato che ognuno andava per sé e non c’era unità alcuna all’interno della compagine di centro sinistra. Questa volta, c’è un candidato unico che dovrebbe compattare tutto il centro sinistra, vantaggio non banale rispetto al recente passato appunto.
Ed è proprio quest’ultima, l’altra impresa ardua che dovrà compiere il Professor Tridico, oltre a portare più calabresi possibili al voto, dovrà tenere unita la larghissima coalizione che lo sostiene e dovrà farlo non solo con la forza del consenso ma, altresì con gli strumenti della politica più tradizionale. L’altro aspetto dirimente, riguarda le liste da comporre, bisogna capire fino a che punto si riesca in tempi così ristrettì, a comporre delle liste competitive necessarie per procacciare voti di preferenza, tenendo conto che nei partiti tradizionali (rispetto ai 5 stelle) esistono i signori delle preferenze e che per loro il consenso non ha avuto un brusco calo negli anni.
In ultima battuta, non per ordine di importanza, è fondamentale l’impostazione della breve campagna elettorale dando la propria visione di Regione dal punto di vista strategico progettuale e programmatico, ben scegliendo dei temi cardine di cui parlare: smontare la visione immaginifica del dispendioso ponte sullo stretto a vantaggio di una cucitura infrastrutturale interna che ben colleghi tutto il territorio regionale e che avvicini i centri interni con i centri urbani; sanità pubblica ed efficiente; lavoro di qualità e non lesivo della dignità; reddito di accompagnamento per chi è in difficoltà, solo per fare alcuni esempi di temi fondamentali di cui parlare. Insomma, i temi non mancano ma, bisogna farli propri con forza, coraggio e slancio visionario. Riuscirà il professor Tridico a promuovere e far apprezzare una nuova idea di Calabria, attraverso una narrazione inclusiva e collettiva, da far risultare le dimissioni di Occhiuto un atto di debolezza e spregiudicata arroganza o, quest’ultimo farà valere come segno di forza questa sua scelta di sparigliare e rilanciare cosi da farsi confermare? Ricordo che con la riconferma di Occhiuto, sarebbe la prima volta che verrebbe meno il principio dell’alternanza tra forze politiche a guida della regione sin dalla sua istituzione. Ai calabresi di buona volontà e di forte senso di responsabilità, l’ardua sentenza.