La nomina di Friedrich Merz come cancelliere tedesco solo alla seconda votazione non può non farci pensare al conclave imminente e ai giochi di potere che si celano dietro ogni elezione
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Troppo calzante la coincidenza per lasciarla nell’ombra. La nomina di Friedrich Merz come cancelliere tedesco solo alla seconda votazione, non può non farci pensare al conclave imminente e ai giochi di potere che si celano dietro ogni elezione. La storia ci riporta a Roma ed in Germania ed era già successo quest’anno. Lo avevamo notato nel nostro articolo: Le elezioni in Germania ed il ricovero del Papa, ore decisive: quando la storia incontra la quotidianità.
In quel caso il comune denominatore era l’attesa di scoprire come le cose si sarebbero dispiegate: i risultati delle elezioni in Germania e le precarie condizioni di salute di papa Bergoglio che, ora sappiamo, essere migliorate salvo poi precipitare definitivamente il 21 aprile scorso.
Avevamo ragionato di come i singoli avessero un ruolo neldeterminare lo sviluppo della storia che fosse attraverso il voto, in un caso, o attraverso la preghiera, nell’altro. Ma in questo caso non è la collettività ad essere protagonista, ma le scelte che si compiono nelle cosiddette “stanze del potere”.
È nelle mani di pochi individui adesso la storia, individui che nelle loro scelte potrebbero essere influenzati da molteplici ragioni, più o meno nobili. Il potere, sia esso politico o temporale, mostra la sua precarietà: potrebbe essere un singolo voto a modificare la situazione (la maggioranza più uno sarebbe stata sufficiente a Merz qualora non fosse stato eletto nemmeno al secondo turno dal Parlamento e si fosse passati al terzo tentativo).
Il potere mostra altresì di seguire le medesime dinamiche che sia all’interno di un contesto politico o religioso: riunirsi, votare segretamente, attendere lo spoglio. Poi i risultati, che mostrano,in ogni caso, la vulnerabilità del potere: le presunte interferenze, gli stratagemmi, i “traditori” che si celano dietro le scelte di voto.
L’elezione di Merz al secondo tentativo sembra tracciare una strada già in salita per il cancelliere e delineare degli equilibri di potere difficili da mantenere. Ma se a Berlino le porte delle stanze del potere si sono aperte, al Vaticano si chiuderanno e a noi non resta che attendere da chi il potere sarà incarnato.