C’è un’immagine che da ieri circola sulle prime pagine dei giornali europei: un water d’oro massiccio, un bidet d’oro massiccio e mucchi di banconote da 200 euro conservate come biscotti nelle credenze di cucina. Non è la scenografia di un film grottesco, né la caricatura di un petroliere russo.

È la realtà - documentata - della vita ultralusso di Timur Mindich, l’uomo al centro del più colossale scandalo di corruzione dell’Ucraina moderna.
86 milioni di euro di tangenti solo nel settore energetico, secondo la Nabu, l’agenzia anticorruzione di Kiev.
E mentre l’Ucraina restava al buio a causa dei bombardamenti, qualcuno trasformava l’oro nero - l’energia - in oro… letterale.

Mindich non è un oligarca qualsiasi. È l’uomo che per anni ha lavorato, viaggiato e festeggiato con Volodymyr Zelensky, l’ex comico diventato presidente. Co-proprietario della casa di produzione che lanciò Zelensky, amico intimo, presentatore del presidente al miliardario Kolomoyskyi, finanziatore della sua campagna elettorale.
Quando si parla di Mindich, la stampa internazionale usa sempre la stessa espressione: «strettissimo alleato di Zelensky».

E mentre le indagini avanzavano, Mindich è scomparso nel nulla grazie a una soffiata dall’interno degli apparati dello Stato.
Eccolo l’eroe della “nuova Europa democratica” che siamo costretti a finanziare: scappa con le tasche piene e con gli amici potenti.

L’Italia manda miliardi. L’Ucraina li spreca. Gli italiani pagano.

C’è un parallelismo che, oggi più che mai, non si può evitare.

Da quasi tre anni l’Italia - tra armi, aiuti economici, sostegni militari e piani energetici - ha versato miliardi in Ucraina.
Miliardi sottratti alle famiglie italiane strangolate dall’inflazione, alle imprese che chiudono, agli ospedali che cadono a pezzi, ai pensionati che non arrivano a fine mese.

Non è populismo: sono numeri.

Mentre qui le aziende del Nord e del Sud chiudono perché l’energia costa troppo, i giovani emigrano ,le scuole cadono a pezzi, la sanità collassa, a Kiev qualcuno mangia - e mangia alla grande - sul settore energetico. Proprio su quello che, ci dicono, dobbiamo finanziare “per solidarietà”.

La retorica della guerra non può più nascondere la cruda verità

Le immagini del water d’oro non indignano solo sul piano morale. Mostrano un dato geopolitico che solo gli ingenui fingono di non vedere:

L’Ucraina è uno dei Paesi più corrotti d’Europa. La guerra non ha ridotto la corruzione: l’ha amplificata. Ogni flusso di denaro occidentale finisce in un ecosistema dove potere, tangenti e oligarchi governano ancora tutto.

E noi continuiamo a pagare.

A ogni finanziamento militare annunciato, a ogni nuovo pacchetto di armi, a ogni miliardo trasferito, cresce il rischio che quei soldi alimentino non la difesa del popolo ucraino, ma l’arricchimento di una cupola che ora imbarazza persino Zelensky stesso.

Lo stesso presidente che, per anni, di quella cupola ha beneficiato.

A questo punto la domanda non è più geopolitica, ma morale

Quanti ospedali avremmo potuto costruire in Italia con quei soldi?
Quante aziende avremmo potuto salvare?
Quante famiglie avrebbero potuto respirare?

Perché mentre l’Italia entra in recessione, la risposta del governo è sempre la stessa:

“Bisogna continuare a sostenere l’Ucraina”.

Con quali risultati?
Un water d’oro. Un bidet d’oro.
86 milioni di euro di tangenti.

È ora di fermarsi

Dire stop agli aiuti all’Ucraina oggi non è essere filosovietici, antioccidentali o filorussi.
È essere razionali.
È essere italiani.

L’Italia ha il dovere di proteggere prima i suoi cittadini, la sua economia, la sua democrazia sociale.

Il caso Mindich non è un incidente. È una dimostrazione.
Chi continua a inviare miliardi a Kiev sapendo che finiscono in un sistema marcio non sta aiutando gli ucraini, sta aiutando gli oligarchi.

L’unica scelta dignitosa oggi è: Stop immediato agli aiuti economici e militari all’Ucraina; dirottare quelle risorse sulle famiglie e sulle imprese italiane.

Perché un Paese che non difende i suoi cittadini non è un alleato: è uno schiavo.