Se è vero com’è vero che per realizzare l’intero tracciato calabrese dell’alta velocità/alta capacità – come stima il Documento di finanza pubblica 2025 pubblicato ad aprile scorso – servono 18,2 miliardi di euro, l’ennesimo «scippo» perpetrato ai danni della nostra regione, lo si potrebbe annoverare tra i «bluff».

Così Flavio Stasi da sempre definisce la vicenda, soprattutto da quando il tracciato passante originariamente per il nodo di Tarsia è stato “dirottato” sulla dorsale tirrenica. Una tesi avvalorata anche dagli esperti del settore.
E così il “taglio” deciso dal ministero delle Infrastrutture dopo l’aggiornamento della programmazione economica per «capacità realizzative», compie l’opera.

Il de-finanziamento di «alcuni lotti della fase prioritaria della nuova linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria», è scritto nel report presentato a Montecitorio, sarebbe stato adottato perché l’opera non è più considerata strategica» e perché «parte degli investimenti non risultano confermati».

Il sindaco di Corigliano Rossano in tempi non sospetti lo aveva detto. «È passato ormai un anno da quando ho affermato che la cancellazione del nodo di Tarsia non era altro che lo strumento per cancellare l'Alta Velocità in Calabria. Mi sono appellato a tutti i territori, ho spiegato che non era un problema di “minuti per arrivare a Reggio Calabria” ma di fondi già spesi (circa 50 milioni) per il progetto, nonché di potenziale sostenibilità del progetto a regime, con centinaia di migliaia di potenziali utenti in più».
«Quasi tutti hanno glissato», ricorda Stasi, mentre «il centrodestra ha replicato sostenendo che la mia era una semplice battaglia di campanile e che si sarebbero attraversati “paesini”». Inoltre, la giunta regionale si è chiusa in un silenzio “tombale”».
Per Stasi, quindi, dopo questo ennesimo taglio alla Calabria «oggi tutto torna». E così «la tesi ridicola della scelta tecnica di Rfi non era altro che funzionale alla politica del governo avallata dal presidente della Regione più irresponsabile della storia del mondo politico occidentale, cioè al taglio dell'alta velocità in Calabria, magari barattato con altri fondi o postazioni».

«E proprio mentre spariscono i 10 miliardi di fondi per l’infrastruttura ferroviaria – rincara il sindaco di Corigliano Rossano – il presidente della Giunta Regionale scappa. Scappa dalle proprie responsabilità politiche nei confronti di una Regione che ha trovato malandata e che ha totalmente devastato, ma alla quale soprattutto ha tolto ogni prospettiva e speranza: dice di aver recuperato qualche milione, ma in realtà ha perso centinaia di miliardi per una ineguagliabile arroganza e profonda incapacità amministrativa».

Stasi, tra i papabili avversari del dimissionario presidente della Regione sotto l’egida di Alleanza Verdi Sinistra, non va troppo per il sottile, non usa il fioretto ma la sciabola e sottolinea come quella di Occhiuto sia una «responsabilità storica senza precedenti», perché giunge in un momento fondamentale per la Calabria. «La fase dei fondi Pnrr, dei fondi complementari, dei fondi di coesione senza la zavorra del folle riarmo dell'Europa sono finiti, e la Calabria li ha persi sulle infrastrutture, sul sistema idrico, sul dissesto idrogeologico, sul sociale, sulla forestazione, sulla depurazione, sulla sanità», tuona il primo cittadino ionico.
«La motivazione formale del taglio dei 10 miliardi dell’alta velocità – conclude il sindaco di Corigliano Rossano – è una limitata capacità realizzativa, ma la ragione vera è un'altra: la quasi totale assenza di dignità politica di chi l'ha governata».