«I dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona), diffusi durante il convegno Fair Play della Salute e ripresi da molti organi d’informazione, certificano quello che, purtroppo, tutti temevamo da tempo: a Crotone la situazione sanitaria legata a patologie oncologiche è a dir poco gravissima, fuori controllo». È quanto scrive in una nota il consigliere regionale del Partito Democratico Ernesto Alecci dopo dello studio dell’Osservatorio nazionale amianto.

«I riferimenti dei biomarcatori mutageni e cancerogeni con valori almeno trecento volte superiori ai limiti considerati normali, con la presenza in diversi tessuti – continua – dei pazienti di metalli tossici e agenti chimici tossici di produzione industriale dimostra con chiarezza gli effetti di uno sfregio ambientale e sanitario che la cittadina pitagorica e le zone limitrofe hanno dovuto subire per decenni. Una situazione per anni rimasta tristemente “astratta” per l’assenza di dati reali sull’incidenza tumorale e che ora viene, purtroppo, drammaticamente svelata da una ricerca scientifica».

«Ora che la bonifica dell’ex area industriale sembra avviata, bisogna in ogni modo garantire che questa proceda in tempi rapidi con lo smaltimento fuori regione e segua tutti i protocolli di sicurezza per evitare di mettere a rischio ulteriormente i cittadini crotonesi. La partita è solo all’inizio! È importante che il tema della bonifica di Crotone sia tenuto sempre in massima considerazione dal Consiglio Regionale quanto dal Governo nazionale monitorando periodicamente i passaggi e gli step fino alla conclusione definitiva».

«Ciò che accade a Crotone non è un problema solo di chi vive in quei territori, è un problema che colpisce tutta una regione che deve pretendere che in ogni suo singolo comune il diritto alla salute venga garantito. Sin da subito bisogna potenziare e creare nell’area del crotonese delle infrastrutture sanitarie destinate specificatamente alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie oncologiche, oltre alla totale riqualificazione delle zone “contaminate”. Questi interventi, inoltre, non possono e non devono prescindere dalla partecipazione – conclude Alecci – di quelle società, come ad esempio Eni, che negli anni hanno colpevolmente contribuito “all’innesco” di questa bomba ambientale che ha segnato la vita dei crotonesi negli ultimi decenni. Non è più tempo di rinvii e promesse. Ora per Crotone e per i Crotonesi occorrono scelte ferme e definitive».