Posizioni differenti

Autorità acqua e rifiuti, dubbi e certezze dei sindaci del Reggino sui tempi voluti da Occhiuto

VIDEO | Il comune di Melicucco ha già aderito, mentre Anoia prende tempo in attesa del Consiglio comunale. Chiusura netta di Gioia Tauro che ha deliberato di non entrare nella società andando incontro a un obbligo di legge con una posizione di lotta

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di Agostino Pantano
28 dicembre 2022
20:35

Insieme nelle perplessità, divisi nella strategia. Così sembrano i sindaci in vista della riunione, convocata dal presidente Occhiuto alla Cittadella, per «illustrare e condividere il cronoprogramma» verso il soggetto unico che gestirà il sistema idrico e dei rifiuti. «il comune di Melicucco ha già aderito», risponde al telefono il sindaco di Melicucco, Francesco Nicolaci, mentre il collega del municipio accanto, Alessandro De Marzo, ha scelto una tempistica diversa: «Anoia riunisce il Consiglio comunale nel pomeriggio successivo alla convocazione, visto che Occhiuto ha chiamato noi siamo rispettosi e vogliamo vedere come ci convincerà sulla convenienza».

Sempre nella Piana reggina ci sono comuni come come quello di Gioia Tauro che hanno già deliberato per non entrare nella società, andando incontro ad un obbligo di legge con una posizione di lotta.


«È difficile che il presidente dica delle cose determinanti – aggiunge Nicolaci – ma certo le risposte che attendiamo, e che potevano venire prima, riguardano i problemi che i cittadini si troveranno davanti con la tariffa unica e la capillarità dei servizi di intervento che bisogna assicurare». Proprio su questa mancata comunicazione preventiva, gli amministratori hanno provato ad alzare le barricate nelle scorse settimane. «Anoia è autonomo come servizio idrico – commenta De Marzo – abbiamo il sospetto che i miei concittadini verranno penalizzati dalla tariffa unica, pagando di più e senza garanzie sul servizio».

Il dato amministrativo verrà chiarito dagli uffici regionali, ma quello politico rimane per una riunione convocata al fotofinish e con la spada di Damocle della minaccia del commissariamento per i Comuni che non entrano. «L’accelerazione – conclude Nicolaci – secondo me dipende dal rischio di perdere finanziamenti, altrimenti non si spiega questa scelta».

Giornalista
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