Anche il coordinatore calabrese degli azzurri Francesco Cannizzaro si dice d’accordo alla riforma: «Favorevoli al sistema proporzionale con indicazione del nome, come avviene già per sindaci e presidenti di Regione». Il problema però è convincere gli alleati del centrodestra
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“Votantonio, Votantonio”. Il principe della risata Antonio De Curtis in arte Totò, dal balcone col megafono in mano, le aveva rese immortali con la sua forza dissacrante. Poi le preferenze hanno conosciuto un brutto epilogo, subito dopo gli anni di Tangentopoli. La base di ogni possibile non trasparenza, la via prediletta delle caste e dei poteri forti, il grimaldello della criminalità organizzata per condizionare i candidati, la quintessenza della “politica-partitica”.
Tutti presi dal furore anti-preferenza si hanno deciso di cambiare legge elettorale e varare i famosi listini bloccati, dove non contano i voti dati al singolo, ma al partito. In origine la cosa poteva avere un suo fondamento. Era il modo per far diventare parlamentari chi magari non aveva voti sul territorio, ma poteva dare un contributo al Paese per le sue competenze tecniche, per la sua visione del mondo. Immediatamente, però, i partiti hanno coniugato pro domo loro la regola e nel listino hanno piazzato ascari, portaborse, politici di professione insomma il peggio del sistema che si voleva combattere.
L'effetto è che gli aspiranti candidati del territorio si interessano poco o nulla, se non qualche comunicato di circostanza, l'importante è avere gli agganci giusti nei salotti romani che contano, quelli che decidono ben prima delle elezioni la futura composizione del Parlamento .
Un sistema che, per come inteso attualmente, non può funzionare. Per questo c'è nell'aria la voglia di un ritorno alla cara, vecchia innamorata. Da tempo si parla di una riforma del sistema elettorale che però ancora non vede la luce. Stefano Bonaccini, allora, ha lanciato l'idea di tornare almeno per il suo partito alle primarie , giusto per ascoltare un minimo quella che un tempo si chiamava la base.
L'europarlamentare, eletto in Calabria, Sandro Ruotolo gli dà ragione e sostiene con convinzione il ritorno delle preferenze. Non è l'unico. E non solo a sinistra.
«Riguardo al voto di preferenza nella legge elettorale, Forza Italia è favorevole al sistema proporzionale di preferenza, come avviene già per sindaci e presidenti di regione. Si è riunito con il segretario Antonio Tajani sull'idea di trovare una formula per un capolista bloccato e poi le preferenze. Detto questo, noi non intendiamo minimamente entrare in conflitto con le altre forze di Coalizione che non la pensano esattamente così riguardo questa proposta». A dirlo è Francesco Cannizzaro, vice Capogruppo di Forza Italia alla Camera e Responsabile nazionale per il Sud nonché coordinatore regionale degli Azzurri in Calabria .
Cannizzaro sottolinea il problema per cui la riforma della legge elettorale si è impantanata. Soprattutto la Lega non sembra affatto convinta di un ritorno alla attrazione. «Siamo favorevoli al proporzionale, quindi se la legge andasse in quella direzione Forza Italia non sarebbe contraria, sostenendo un ritorno a questo sistema. È ovvio però che il nostro interesse è di non rompere gli equilibri del Centrodestra: l'obiettivo è riuscire a dare una maggiore rappresentatività diretta all'interno del sistema». Il dibattito, insomma, si è appena aperto.